Le fasi dello sviluppo del bambino da 0 a 2 anni sono fondamentali perché gli permettono di contare su un ampio repertorio di competenze che lo portano a sperimentare tutta la potenza del proprio corpo, sviluppando abilità adeguate alla sua età.
Da 0 a 2 anni i bimbi e le bimbe sono in continuo movimento, si arrampicano, si tuffano, rotolano per terra, modificano la propria andatura e imparano a svolgere compiti bimanuali sempre più complessi.
Grazie al contribuito di Genny Mangiameli, dello Spazio Mamme di Catania – un progetto di Save the Children implementato dal CSI-Catania con l’obiettivo di promuovere l’inclusione dei bambini tra 0 e 6 anni e delle loro famiglie, partner della Rete ZeroSei – continuiamo ad approfondire il tema dello sviluppo psicomotorio del bambino nei sui primi anni di vita. Oggi parleremo del bambino di due anni.
Prima fase: la camminata in autonomia
Il bambino crescendo impara ad affinare la sua camminata, riesce a correre in modo sicuro, appoggiando tutto il piede, si ferma e riparte, evitando gli ostacoli che gli si presentano. È osservabile una maggiore consapevolezza del proprio corpo in rapporto allo spazio intorno a lui, i movimenti globali e più fini sono maggiormente calibrati e sicuri. Il bambino è ora in grado di salire e scendere delle scale mantenendo un appoggio, riesce a lanciare una palla con le mani mentre, se prova a calciarla con i piedi, inciampa. Dimostra di aver acquisito ottime abilità manuali, riesce ad afferrare ed adattare la propria presa ormai a qualsiasi oggetto. Impugna la matita, verso la punta, tra le prime tre dita ed inizia a scarabocchiare righe in diverse direzioni, punti e segni di forma circolare.
Seconda fase: parlare, giocare e muoversi nello spazio
Il vocabolario inizia a diventare molto vasto e sarà in grado di abbinare due o più parole per formare frasi semplici, inizierà ad avvertire quando deve andare in bagno. A due anni il bambino mostra grande curiosità per l’ambiente in cui vive e mostra scarsa percezione del pericolo intorno a lui. Ricerca l’attenzione dell’adulto per condividere emozioni quali affetto o paura e potrebbe arrabbiarsi nel vedere che le figure di riferimento mostrano interesse verso i coetanei. Nell’attività di gioco possiamo osservare la presenza del gioco parallelo: il bambino riesce ora a condividere lo spazio di gioco con gli altri bambini ma difende le sue proprietà faticando ad accettare le turnazioni e le condivisioni, può succedere che si arrabbi diventando ribelle ed oppositivo. Questa è la fase in cui il cervello si svilupperà e determinerà le capacità cognitive, affettive, sociali del bambino e si configura uno schema motorio di base molto importante.
Gli schemi motori di base sono le prime unità di movimento che il bambino apprende e tramite le quali può appropriarsi di tutto il bagaglio motorio che gli abbisogna per la vita di relazione. Esse sono: strisciare, rotolare, quadrupedia, camminare, correre, saltare, lanciare, mirare, arrampicarsi, dondolarsi. Lo strisciare è il primo modo di spostamento del bambino sul terreno, prima di conquistare la stazione eretta. Utilizzare questa attività motoria di base significa analizzare un vissuto corporeo del bambino. Il rotolare è un’evoluzione dello strisciare ed è importante perché attraverso l’identificazione dei confini del corpo umano permette al bambino di acquisire un corretto schema corporeo, inoltre sviluppa la coordinazione dinamica generale, l’equilibrio, la percezione spaziale, l’orientamento e migliora la mobilità della colonna vertebrale. Il rotolamento consiste in una rotazione del corpo o attorno all’asse trasversale che si sviluppa con l’appoggio del dorso per punti successivi, o attorno all’asse longitudinale che si sviluppa con l’appoggio del tronco dalla posizione supina o prona, per punti successivi dal capo al bacino.
Terza fase: il miglioramento dell’equilibrio
Il camminare è il primo esercizio di coordinazione intersegmentaria su diversi piani. Acquisisce e migliora l’equilibrio nelle traslocazioni Per migliorare questo schema motorio è opportuno, all’inizio, far camminare i bambini in gruppo liberamente per dare loro il senso dello spazio, proponendo in seguito, sotto forma di gioco, tutte le possibili varianti sul tema; in un secondo momento è utile inserire la palla e il palleggio con appositi esercizi. Correre è uno schema motorio che origina e migliora il camminare attraverso un migliore controllo motorio. Il bambino inizierà da un correre di tipo poco armonico e poco economico (sbandamenti, piedi non controllati, passi non regolari ecc..) ma andrà a migliorare attraverso lo sviluppo delle capacità coordinative. I bambini più piccoli tendono a galoppare o a correre sempre al massimo o a riposarsi. Nel saltare, inizialmente il bambino riscontra la difficoltà a staccarsi dal suolo dovuta ad una instabilità nella fase di volo. Quindi tutte le attività rivolte all’apprendimento di questo schema motorio passano attraverso il salto in basso che definisce nei bambini l’equilibrio durante la fase di volo, oltre che far superare loro blocchi psicologici sia della fase di volo che dell’atterraggio. Gli approcci con il volo, inizialmente devono essere brevi e assistiti da un adulto.
Quarta fase: imparare, crescere ed esplorare insieme ai genitori
Arrampicarsi, come lo strisciare e il rotolare, precede la conquista della stazione eretta. Nelle fasi iniziali di apprendimento, il bambino deve essere assecondato nella sua esplorazione, ma assicurato dalla costante presenza dell’adulto. Per migliorare tale schema è bene utilizzare sedie, panche, sgabelli, scale. Lanciare è la condotta motoria fondamentale in tutti i giochi di squadra oltre che, naturalmente, in tutte le attività sportive di lancio. Negli sport di squadra è l’azione che porterà al passare (il cognitivo del gioco), oltre che all’inizio del gioco vero e proprio (colpo sulla palla, palleggio, tiro a canestro ecc…) L’afferrare è una condotta motoria che richiede al bambino la capacità di leggere la traiettoria della palla, di spostarsi adeguatamente e quindi di toccare, prendere possesso ed intercettare l’attrezzo stesso. Utilizzando palloni di pesi, grandezze e forme diverse si facilita l’apprendimento del controllo e la padronanza sulla palla. Pesi superiori, permettono il reclutamento di un maggior numero di fibre muscolari per sfruttare al massimo il lancio. Pesi leggeri permettono di allenare una maggior sensibilità e di avere un tempo di valutazione della traiettoria della palla più lungo. Per un genitore è importante non solo osservare tutti gli schemi motori e i relativi giochi del bambino ma ancor più diventa utile saperli combinare tra loro, con attrezzi e oggetti diversi, affinché i bambini abbiano un bagaglio motorio il più arricchito possibile.
In più ciò che può far la differenza è tener presente che il bambino ha bisogno di combinazioni e cambiamenti continui, attraverso variazioni di tipo:
– spazio: avanti/indietro, destra/sinistra, dentro/fuori, lungo/corto… nello spazio di gioco inserire ostacoli, birilli, cerchi
– tempo: al bambino è bene far notare il prima, il dopo e il contemporaneamente, veloce/lento, con riferimento a attrezzi, persone, il proprio corpo
– quantità: tanto/poco, tutto/niente, in relazione con lo spazio, le persone, il tempo, il movimento…
– qualità: pesante/leggero, forte/piano, duro/morbido, sempre in relazione alle persone, agli attrezzi utilizzati, ai suoni, ritmi…
– tatto: sapersi muovere in relazione alla palla, agli attrezzi, allo spazio, al tempo.
Nei due anni il bambino affina, anche, le capacità senso-percettive, quelle che si riferiscono all’attività degli organi di senso (analizzatori) e comprendono in forma semplice o combinata, la capacità di discriminazione visiva, uditiva, tattile, labirintica e cinestetica. Queste capacità sono all’origine della consapevolezza del corpo, dello spazio, del tempo e dell’ambiente e guideranno il bambino nel suo rapporto con gli oggetti e con gli altri.
Per chi volesse approfondire è possibile consultare i seguenti contenuti:
- “Le fasi dello sviluppo dei bambini. La crescita psicomotoria a 5 anni”
- “Le fasi dello sviluppo dei bambini. La crescita psicomotoria a 4 anni”
- “Le fasi dello sviluppo dei bambini. La crescita psicomotoria 3 anni”
- “Le fasi dello sviluppo. La crescita motoria del neonato di 12 mesi”
- “Le fasi dello sviluppo. La crescita motoria del neonato da 0 a 8 mesi”
Per acquisite maggiori informazioni puoi collegarti anche al blog di Save the Children Italia, uno spazio di approfondimento tematico dedicato alle famiglie e non solo