La nutrizione nella prima infanzia è fondamentale per trasmettere ai neonati tutte le sostanze di cui hanno bisogno per crescere in modo sano.  Durante questa fase è importante offrire ai bambini una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine di qualità, evitando cibi troppo zuccherati o ricchi di grassi saturi. I primi mille giorni, che comprendono gravidanza e prime due anni di vita, rappresentano un periodo cruciale; carenze nutrizionali (ferro, iodio, vitamine) durante questa fase possono avere effetti permanenti su crescita, sviluppo cerebrale e metabolismo. Se nei primi tre anni di vita l’allattamento offre innumerevoli vantaggi, dal punto di vista nutrizionale, immunologico e sociale, dal momento che rafforza la relazione mamma-bimbo/bimba, nei successivi anni di vita, con l’introduzione di nuovi alimenti, diventa di fondamentale importanza la consapevolezza nell’adulto   non solo rispetto alla tipologia degli alimenti da proporre alla creatura, ma anche della loro qualità. Tuttavia, le due cose non vanno sempre a braccetto.

Genny Mangiameli, operatrice del CSI e coordinatrice dello Spazio Mamme di Catania, ci racconta l’esperienza di sensibilizzazione delle famiglie a un sano e sostenibile stile alimentare.

Nella decennale esperienza del CSI di Catania in progetti e attività con le scuole sui sani stili di vita e la corretta alimentazione, sono emerse, ed emergono sempre più spesso, abitudini non proprio adeguate per quanto riguarda l’alimentazione dei bambini e delle bambine, già dalla prima infanzia.

Si sa che le piccole persone sono molto attratte da cibi “sfiziosi” e molto processati, come patatine fritte, merendine preconfezionate ricche di zuccheri raffinati, bibite gassate, ecc.  che però sono poco salutari e, se assunti in quantità eccessive, possono essere anche molto dannosi. Quando i bambini non sono educati dai genitori ad adottare abitudini alimentari che gli consentano di assimilare le sostanze nutritive migliori per la loro crescita, occorre intervenire proprio sugli adulti, provando a migliorare (e talvolta a costruire da zero).  La loro capacità di costruire una routine alimentare e motoria adatta alle caratteristiche fisiche ma anche mentali del proprio figlio della propria figlia. A volte questa consapevolezza manca, soprattutto nelle famiglie a bassa scolarità e/o a basso reddito. Assistiamo, infatti, a un numero sempre più elevato di bambini e bambine in forte sovrappeso se non addirittura obesi, come conferma la settima rilevazione dell’ISS “Okkio alla Salute” che attesta al 20,5% e al 13,3% i tassi di sovrappeso e di obesità infantile nella Regione Sicilia (Risultati 2023).

Come si può intervenire? Un primo passo è rappresentato dal supporto precoce alle famiglie, fin dal periodo della gravidanza, con attività informative, incontri di sensibilizzazione e laboratori formativi gestiti da esperte ed esperti sui temi dell’allattamento, dello svezzamento e della corretta alimentazione. Questi incontri vengono organizzati presso lo Spazio Mamme di Save the Children o presso gli altri servizi per la prima infanzia organizzati dal CSI a Catania.

In questi anni le future e neomamme incontrate nell’ambito di queste iniziative, hanno acquisito una maggiore consapevolezza sull’importanza dell’allattamento esclusivo come strumento protettivo rispetto al rischio di obesità. Infatti, numerose ricerche dimostrano che tanto è minore l’allattamento esclusivo al seno, più aumenta la possibilità di una crescita ponderale rapida, associata a un Indice di Massa Corporea (BMI) elevato in età successive. Inoltre, un approccio equilibrato all’autosvezzamento, attraverso la conoscenza e la familiarità con una molteplicità di alimenti e la  promozione della cosiddetta dieta mediterranea – caratterizzata da  un elevato consumo di alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi), l’uso dell’olio d’oliva come principale fonte di grassi, un consumo moderato di pesce, pollame, latticini e uova, e un basso consumo di carne rossa e dolci –  può ridurre il rischio di sovrappeso.  

 

L’impegno del CSI per favorire sani stili di vita 

Nell’ambito delle iniziative di informazione e sensibilizzazione sui temi della salute alimentare si collocano anche gli incontri con professionisti che supportano le famiglie nel comprendere l’importanza della qualità dei cibi che scelgono, attraverso la lettura e comprensione delle etichette, l’osservazione accurata dei packaging e un’adeguata attenzione alle scadenze e ai metodi di conservazione dei cibi.

Un ulteriore iniziativa che viene promossa presso lo Spazio Mamme e gli altri servizi per l’infanzia del CSI è rappresentata dall’offerta di spuntini e merende che offrono un modello alimentare sano e promuovo un coinvolgimento attivo dei genitori. Le frequenti merende “a tema”, che hanno lo scopo di invitare bambini e genitori a portare un frutto specifico, un vegetale, un panino o un dolce preparato in casa o durante l’attività, consentono di veicolare un messaggio importante, e cioè che cibi sani, non processati e preparati in casa o, ancora meglio, preparati insieme, possono essere ancora più accattivanti e gustosi.

Un ulteriore beneficio che deriva dalle attività che vengono promosse è quello di offrire alle famiglie e soprattutto alle bambine e ai bambini, un’alternativa concreta e gratuita, al sempre più consistente tempo trascorso davanti a uno schermo, che si tratti del cellulare, di un pc o della tv, che sappiamo essere tra le principali cause dell’immobilismo, della coazione a introdurre cibo e, quindi, dell’obesità.

 Il CSI di Catania, attraverso le attività sportive e ludico-motorie quotidiane che promuove e realizza assieme alle scuole, alle parrocchie e alle associazioni sportive, diffonde la cultura del movimento, come antidoto formidabile a stili di vita scorretti ma anche alla solitudine e all’esclusione sociale.  È così che cortili delle parrocchie, palestre scolastiche, impianti sportivi comunali di diverso tipo ma anche spazi pubblici come le piazze e i viali cittadini, diventano luoghi di movimento, di aggregazione e di promozione di stili di vita attivi che, assieme a corrette abitudini alimentari, possono fare una grande differenza nel lungo termine sulla qualità di vita di grandi e piccoli.

Tutti questi sforzi, certamente significativi, dovrebbero essere supportati da una campagna nazionale più strutturata sul contrasto e soprattutto sulla prevenzione dell’obesità infantile. Ogni intervento in tal senso, per essere realmente efficace, dovrebbe nascere da una co-progettazione con le comunità interessate, per garantire adesione, sostenibilità e rispetto delle diversità.  Sarebbe fondamentale, inoltre, al livello comunitario e politico, attuare o inasprire misure come, ad esempio, la tassazione delle bevande zuccherate e gassate, le restrizioni alla pubblicità di cibi non salutari, l’imposizione dell’etichettatura nutrizionale per i pasti scolastici.

Qualsiasi riflessione e intervento di contrasto dell’obesità non può infine prescindere da un’analisi che faccia luce sulle “diseguaglianze sociali”, riconoscendo l’impatto di fattori come povertà, stress, discriminazione, contesti culturali e ambientali sul comportamento alimentare perché è soprattutto dai buoni esempi di genitori, insegnanti ed educatori, che passano i modelli di salute alimentare, e, quindi è anche e soprattutto attraverso di loro che vanno introdotte abitudini alimentari corrette intervenendo precocemente, prima dei 5 anni – idealmente nei primi mille giorni di vita –  nel prevenire e nel ridurre il rischio di obesità resistente nelle età successive.

Per maggiori approfondimenti sui diritti di bambini e bambine e sulla genitorialità responsiva consulta il sito di Save the Children.