Cosa accade quando una donna scopre di essere incinta? Quali sono i mutamenti a cui deve abituarsi il suo corpo per accogliere il/la bambino/a? E cosa comporta tutto questo per l’equilibrio psicologico della futura mamma? La gravidanza e poi a maternità sono momenti, nella vita di una donna che decide di avere un figlio, molto intensi e di profondi cambiamenti.

 

Genny Mangiameli, dello Spazio Mamme di Cataniaun progetto di Save the Children implementato dal CSI-Catania con l’obiettivo di promuovere l’inclusione dei bambini tra 0 e 6 anni e delle loro famiglie, partner della Rete ZeroSei – ci aiuta a capire come affrontare al meglio questa fase.

 

Ogni donna dal momento della notizia che diventerà mamma inizia una esperienza personale e fisica che la porterà a confrontarsi quotidianamente con un fisico che cambia, con un pargolo che, finalmente, potrà tenere tra le braccia e che probabilmente muterà la relazione con le persone a lei più strette. È una tappa naturale e obbligata. Portare in grembo una vita per nove mesi significa innanzitutto accettare lo stravolgimento ormonale che ne deriva e che mente e corpo avranno tempi di adattamento diversi. Il corpo sa che ogni cambiamento è finalizzato a curare, nutrire, proteggere questa nuova e delicata vita, mentre la mente ha bisogno di più tempo. Per alcune donne questa fase può rappresentare un trauma.

Vi sono due tipologie di donne diverse a seconda dei bisogni che vivono durante la gravidanza: le facilitatrici, che si abbandonano più facilmente allo sconvolgimento emotivo della gravidanza, e le regolatrici, che invece tendono a contrapporsi ad esso. Le prime vivono questa fase come un’esperienza saliente della vita e quindi accettano tutti i cambiamenti, le seconde hanno difficoltà a rinunciare alla propria autonomia e il feto viene vissuto come “invasore”, il che scaturisce da un conflitto interno irrisolto che può provocare momenti di sconforto intensi, che vanno compresi e mitigati.

 

Come affrontare al meglio i cambiamenti?

Per prima cosa bisogna ricordarsi che essere incinte, non significa essere malate o anziane, quindi continuiamo a curare il nostro aspetto e il nostro corpo. Non copriamoci con i primi vestiti che troviamo, via le tute informi, scegliamo un abbigliamento adeguato, che può farci sentire femminili anche se con dei chili in più. Specchiarsi e vedersi ben tenute aiuta a riconciliarci con la nostra immagine. Se poi eravamo abituate a truccarci prima della gravidanza, continuiamo a farlo, soprattutto in quei giorni che ci sentiamo a terra e ci vediamo brutte e poco attraenti.
Infine prendiamoci cura del nostro corpo: facciamo ginnastica in gravidanza, se la stagione lo consente all’aria aperta, concediamoci dei massaggi e coccoliamoci anche da sole con un bagno profumato e un automassaggio a base di oli che aiutano la pelle a rimanere elastica. Il compagno, sicuramente, gioca un ruolo importantissimo in questa fase di accettazione: non deve, infatti, smettere di coccolare la propria donna e, insieme, non smettete di vivere la  sessualità anche durante la gravidanza. Se non ci sono motivi medici a vietarlo, è giusto fare l’amore con il proprio uomo perché aiuta notevolmente le donne incinte a sentirsi amate e sempre desiderabili, mantenendo al top l’intesa di coppia.

 

La nuova routine dopo il parto

Dal momento del parto si acquisisce un ruolo completamente nuovo poiché, la nascita di un figlio comporta, almeno all’inizio, uno stravolgimento della routine quotidiana, con qualche contraccolpo di notti insonni.  I tempi vengono il più delle volte dettati dalle esigenze del neonato e potranno essere accolti con gioia e partecipazione oppure potrebbe esserci una predominanza di ansia e tristezza. Bisognerà affrontare, chiaramente, anche un cambio di ruoli all’interno della coppia perché, da un’interazione diadica si passa a un’interazione triadica.  In questo processo psicologico dell’attesa bisogna creare spazio fisico e soprattutto mentale. Oltre alle famiglie di origine, presenti a volte con troppo coinvolgimento emotivo, possono essere funzionali degli aiuti esterni, un supporto neutrale, che affianchi i neogenitori al di fuori della parentela. Un buon corso preparto sembra fornire un sostegno vissuto come utile e rasserenante, permettendo un progressivo cambiamento nella percezione che i genitori hanno del bambino, il quale viene avvertito ad un livello più immaginario all’inizio della gravidanza, per poi diventare sempre più concreto con il passare del tempo, anche se spesso questi corsi vedono protagonista prevalentemente la futura mamma.

 

Come nasce un genitore

Giocare a fare il genitore” è l’unica maniera per imparare a fare il padre o la madre. Saper essere genitore non è una competenza che scatta in automatico con la nascita di un figlio. Quello che si può fare è assumersi una responsabilità personale e sociale, dando modo al proprio figlio di rispecchiarsi.

È normale avere dubbi, incertezze, paure, ma quando questi diventano troppo ingombranti, è bene affrontarli per essere pronti per vivere appieno questa meravigliosa avventura.

In molti casi la Mindfulness può apportare un aiuto significativo alla neomamma e alla coppia. Mindfulness significa avere consapevolezza di sé prestando attenzione alla realtà nel momento presente, in maniera oggettiva distaccata e, soprattutto, non giudicante. Scopo della mindfulness è quello di raggiungere uno stato di consapevolezza di sé, dei propri pensieri e delle proprie emozioni nel qui ed ora. Grazie al distacco, la mindfulness dovrebbe aiutare la mamma ad accettare sé stessa e ciò che accade intorno a lei e/o dentro di lei. Molto spesso, infatti, si tende a giudicarsi, criticarsi e disperarsi per ciò che succede, portando così alla nascita di pensieri negativi, malessere e disagi.

La mindfulness non è una esperienza mistica o religiosa, né una forma di trance, né una psicoterapia. Insegna ad osservare in maniera distaccata i pensieri negativi vedendoli per ciò che sono, ossia come prodotti della propria mente che – con la giusta pratica – possono essere compresi e controllati, evitando che possano influire negativamente sulla propria vita.

Tutto questo può rivelarsi utile per gestire stress, sensazioni e sentimenti negativi che possono travolgere le neomamme durante e/o subito dopo la gravidanza. La mindfulness, perciò, può rivelarsi un utile strumento per migliorare lo stato emotivo ed ha ottenuto un grandissimo successo, tanto che, viene adottato in diversi ambiti e applicato in molteplici situazioni cliniche, come il MBCP (Mindfulness-Based Childbirth and Parenting) ovvero un programma di educazione innovativo, proposto con l’intenzione di promuovere la salute mentale di entrambi i genitori, sostenere l’autoefficacia del parto e facilitare il travaglio, migliorare le relazioni con i partner e la sensibilità genitoriale.

 

Per acquisire maggiori informazioni è possibile consultare il blog di Save the Children, uno spazio di approfondimento tematico dedicato alle famiglie e non solo