Nel quartiere ZEN di Palermo, un’area che da decenni è simbolo di esclusione, difficoltà abitative, disoccupazione, povertà educativa e materiale, lo Spazio Mamme, grazie alla collaborazione tra Save the Children e Fondazione Reggio Children- Centro Loris Malaguzzi, e al sostegno del Gruppo Credem, ha realizzato il progetto “Crescere insieme” che mette al centro la donna con i propri figli e le proprie figlie, la cucina e la relazione genitoriale come strumento di cambiamento. Approfondiamo l’argomento con il contributo di Alessandra Notarbartolo, coordinatrice dello Spazio Mamme di Palermo, per l’associazione Zen Insieme.

L’obiettivo è non solo imparare a cucinare, ma parlare un linguaggio nuovo per rafforzare le  relazioni con i figli e le figlie, e allo stesso tempo sostenere autodeterminazione e senso di comunità. Il laboratorio di cucina nasce all’interno dello Spazio Mamme dell’associazione Laboratorio Zen Insieme sin dall’inizio del progetto, rivolto a donne del quartiere che desiderano mettersi in gioco.
A cadenza settimanale, un gruppo di mamme si ritrova per sperimentare ricette (anche internazionali) e per condividere un momento di socialità. «Amo moltissimo cucinare … per me è un momento divertente di convivialità e sperimentazione», racconta una partecipante.

Grazie al progetto Crescere insieme, il laboratorio ha approfondito nuovi linguaggi; i bambini e le bambine, insieme alle loro mamme, hanno sperimentato modi creativi per conoscere il cibo di stagione utilizzando tutti i sensi, grazie ai profumi, alla consistenza, all’esposizione, all’assaggio. Attraverso questi linguaggi si sono attivati anche processi di empowerment, in quanto le donne non sono state solo “beneficiarie” ma attive nei processi, favorendo la consapevolezza del loro doppio ruolo di madri e donne. Hanno acquisito fiducia, visibilità, protagonismo, nonché nuove modalità di relazione genitoriale.

La cucina viene così percepita non soltanto come luogo fisico, ma soprattutto come spazio di apprendimento, di espressione di creatività, sperimentazione, scambio culturale, un luogo di relazione sia tra donne che tra bambini e bambine.

La cucina è inoltre un campo privilegiato per contrastare la marginalità, perché permette di acquisire capacità trasferibili e replicabili, favorisce l’aggregazione e la comunità grazie al cucinare insieme, mangiare insieme, scambiarsi storie.

 

Un laboratorio che genera comunità e cambiamento

Le partecipanti al laboratorio hanno riportato maggiore senso di appartenenza al gruppo e meno isolamento, anche grazie alla partecipazione di mamme, figli e figlie provenienti dal resto della città, con cui hanno intrecciato relazioni e confronti. I bambini e le bambine hanno sperimentato nuovi approcci al cibo e molte e molti di loro hanno conosciuto e apprezzato cibi mai assaggiati prima. La relazione genitoriale si è stretta in maniera positiva, accrescendo la consapevolezza nelle mamme che nuovi approcci relazionali possono essere funzionali al benessere loro e dei loro figli e figlie. Infine, è emerso un forte senso di solidarietà: mamme che accudivano figli o figlie di altre mamme impegnate con i loro bambini o le loro bambine più piccole/i e allo stesso tempo bambini e bambine più grandi aiutavano i loro fratelli o sorelle minori.

In un quartiere come lo ZEN di Palermo, dove storicamente le opportunità sono poche e la marginalità si trasmette di generazione in generazione, questo laboratorio può sembrare una piccola cosa e invece può diventare un volano di trasformazione sociale. Può essere infatti funzionale per provare a cambiare la percezione del quartiere, non solo «un quartiere difficile» ma un luogo in cui le donne, le madri, sono protagoniste del cambiamento.

Ma ciò che più conta è che, mangiando insieme, imparando insieme, cucinando insieme, queste donne stanno scrivendo una storia diversa per sé, per i loro figli e le loro figlie e probabilmente per lo ZEN intero.

 

Per maggiori approfondimenti sui diritti di bambini e bambine e sulla genitorialità responsiva consulta il sito di Save the Children.