Si è pronti a diventare genitori quando arriva un bebè in famiglia? Esiste una età precisa o una relazione ideale tra le coppie per essere dei buoni genitori? Quesiti a cui molte coppie non sanno dare risposte, ma è certo che il benessere della coppia è un elemento fondamentale per garantire benessere al/alla proprio/a figlio/a.
Genny Mangiameli del CSI Catania, partner implementatore delle attività dello Spazio Mamme di Catania e membro della Rete Zero-Sei di Save the Children, ci aiuta a chiarire qual è la giusta dimensione di benessere per accogliere un neonato.
Quando si è pronti? Quando ci si sente completi e risolti, ossia quando le problematiche adolescenziali, familiari, di coppia e soprattutto quelle legate alla propria persona, sono state nella maggior parte elaborate. La dimensione interiore dell’accudimento non deve presentare aspetti egoistici o di vuoto che la nascita di un bambino ‘risolve’, ma è semplicemente una spontanea esigenza di far fiorire l’immagine mentale, di figlio desiderato e sognato che diventa concreto e reale. Stabilità di coppia e nascita di un figlio non sempre camminano a braccetto, e non sempre coabitano a lungo sotto lo stesso tetto.
La coppia innanzitutto è un insieme di due persone, individui, e ciascuno di essi ha più ruoli. Ciascuno deve assumersi la responsabilità di sé stesso, e di ciò che vuole, e imparare a muoversi nell’ambiente per soddisfare i propri bisogni anche indipendentemente dall’altro.
Come preservare il tempo e lo spazio per se stessi e per la coppia?
Molto spesso, con la nascita di un/a figlio/a, possono sorgere dei problemi legati alla gestione dei “propri spazi”. Chi li deve ritrovare, chi li deve difendere, chi li deve scoprire per la prima volta dopo un’esistenza tutta dedita prima alla famiglia di origine e poi al partner (o a entrambi), ma sempre in funzione del benessere psico-fisico ed emotivo del figlio.
Innanzitutto, non solo spazio, ma tempo: tempo da dedicare a sé stessi, i cosiddetti “momenti solo per sé”.
Un primo step importante per mantenere un buon equilibrio di coppia, dopo la nascita di un figlio, è porsi in posizione di ascolto. Un ascolto autentico, partecipato, interessato, l’uno verso l’altro, senza dimenticare che in mezzo esiste una terza (o più) persona che assorbe ogni dettaglio della comunicazione. Ogni aspetto di noi come compagno/partner in coppia passa attraverso quello di genitore.
Sarà, poi, fondamentale nella coppia avere una idea condivisa dell’essere genitore, ovvero un modello educativo e una scala di valori da condividere e da trasmettere ai figli. Se tale condivisione di come dovrebbe essere svolto il ruolo genitoriale non è sufficientemente simile, sarà necessario aprire un dialogo più lungo per la reciproca espressione dei motivi per cui la si pensa diversamente. L’ascolto reciproco è alla base dell’ascolto dei figli, qualunque età essi abbiano.
Gli educatori e le educatrici del CSI Catania, all’interno dello Spazio Mamme, creano, attraverso le attività di gioco per genitori e figli, delle occasioni di ascolto, in cui il genitore impara ad osservare il figlio mentre gioca da solo, con l’educatore e con i coetanei e lo osserva così da registrare ogni suo gesto o movimento e poter decifrare quali gusti abbia, quali forme espressive predilige, come ama comunicare. Uno spazio, concreto, in cui raccogliere informazioni che lo aiuterà ad allenarsi nell’ascolto e nella conoscenza reciproca.
Dall’ascolto si passa al secondo importante step: il dialogo. Il dialogo rimane la vera strategia non solo per tenere in vita un amore ma per stimolare la comunicazione tra genitore e figlio. Occorre distinguere, però, tra comunicazione di servizio e comunicazione emozionale.
La prima serve per l’organizzazione e la gestione del quotidiano. È una comunicazione che da semplice (in coppia) si trasforma in complessa, quando si diventa famiglia. Gli impegni a cui dover far fronte aumentano a dismisura, i figli occupano molto spazio e tempo, e la coppia diventa una sorta di squadra di lavoro, talvolta, senza sussulti emotivi e senza spazio per la cura del rapporto tra adulti.
La seconda, quella emotiva, caratterizza chi si ama. È una comunicazione che parte dal cuore e arriva al cuore. È l’interesse reale e profondo, diretto al mondo emotivo dell’altro. I genitori parlano di come si sentono, di quello che provano, di cosa desiderano in relazione al ruolo di genitore, ma anche di partner e si scambiano preziose informazioni emozionali che servono a cementare il legame tra loro e con i figli. Per nutrire questo rapporto bisogna mantenere sempre una finestra aperta sulla comunicazione emozionale, quando si affrontano le prime sfide, quando ci si vuole mettere alla prova e si incontrano i primi fallimenti.
L’importanza del sostegno alla genitorialità
Non ci sono regole precise da seguire o meglio nessuna persona segue un corso per imparare a essere padre o madre. I genitori spesso sentono la necessità di avere uno spazio di ascolto e aiuto per poter comprendere al meglio le difficoltà dei propri figli ed individuare le strategie più adeguate per aiutarli durante i loro periodi critici. Attivare percorsi di sostegno alla genitorialità può aiutare concretamente i genitori ad affrontare con maggiore serenità tutte le fasi di crescita e di passaggio del/la figlio/a. Il sostegno alla genitorialità è un percorso che porta alla “crescita” dei genitori stessi, che, con l’aiuto di una figura esperta, imparano ad affrontare e risolvere al meglio le problematiche che i figli vivono durante il loro sviluppo., li aiuta a individuare il loro malessere, a lavorare con loro per lenire la sofferenza di alcuni momenti della crescita. Può essere, inoltre, un aiuto fondamentale per affrontare problematiche come iperattività e disturbi dell’apprendimento e individuare come rispondere ai bisogni educativi e affettivi dei propri figli.
Il ruolo di genitore è una continua scoperta. È un cammino che si affronta insieme, in cui ci si prende per mano. Delle volte si compiono errori, delle altre si conquistano piccole vittorie. In tutti i casi si diventa un po’ più grandi, sia come adulti sia come bambini. Per un padre o una madre è facile sentirsi spaesati e non sapere cosa fare in situazioni difficili; è possibile perdere la pazienza, non sentirsi all’altezza del ruolo, pentirsi delle scelte fatte. Essere genitori significa anche questo: vivere giorno dopo giorno ogni piccola esperienza e affrontarla con forza ed equilibrio interiore. Vuol dire mettersi in discussione e non perdere mai la voglia di nutrire un rapporto così speciale.
Per acquisire maggiori informazioni è possibile consultare il blog di Save the Children, uno spazio di approfondimento tematico dedicato alle famiglie e non solo