Come sancito dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, adottata dalle Nazioni Unite nel 1989, ogni bambino ha il diritto di partecipare alle attività di gioco.

 Ogni bambino.

Si tratta di un diritto fondamentale che deve essere riconosciuto indipendentemente dalle abilità possedute, perché attraverso il gioco i bambini non solo si divertono, apprendono ed acquisiscono nuove competenze, ma sviluppano abilità sociali e tessono relazioni. Ma quali strategie è necessario adottare per garantire a tutti e tutte l’inclusione in ogni contesto di gioco? Approfondiamo l’argomento grazie al contributo di Marianna Ciappa della cooperativa Ker E.C., partner di Save the Children per le attività del progetto Il Buon Inizio di Moncalieri, Torino.

Per i bambini con disabilità le opportunità di gioco hanno un valore fondamentale in quanto consentono di imparare a superare le sfide quotidiane e rafforzare la propria personalità. Giocando, i bambini imparano a conoscere la realtà che li circonda e a conoscere sé stessi. Nel gioco i bambini sono accomunati da un linguaggio universale, e la diversa modalità di comunicare che spesso i bambini con disabilità utilizzano, non dovrebbe costituire un freno all’inclusione. Purtroppo, però, spesso è proprio l’esperienza di esclusione dai giochi quella che essi si trovano a vivere. Occorre l’impegno di tutta la comunità per riuscire ad abbattere quegli steccati che ostacolano un dialogo efficace tra abilità diverse in un contesto di gioco. Barriere fisiche e culturali da rimuovere per attuare un cambio di paradigma ed arrivare a riconoscere il pieno diritto dei minori con disabilità ad un loro spazio sereno in tutti i contesti di vita. Non solo a scuola, ma in tutti quei luoghi dove poter imparare attraverso modalità di apprendimento informale.

 

Le attività ludiche presso MicroZoe: un ambiente inclusivo e accogliente

 MicroZoe- la ludoteca de Il Buon Inizio – si impegna a garantire a tutti e tutte le bambine e i bambini, anche ai bambini e alle bambine con disabilità, la possibilità di giocare e di imparare giocando.

In primis, cercando di assicurare uno spazio per il gioco accessibile, privo di insidie e di ostacoli al movimento, adatto a tutti, senza distinzioni.

In secondo luogo, creando un “ambiente di relazione” accogliente all’interno del quale ciascun bambino possa sentirsi valorizzato ed ascoltato: per creare esperienze ludiche significative occorre prestare attenzione ai desideri e alle opinioni dei bambini e delle bambine con disabilità. Il loro coinvolgimento diretto nell’organizzazione delle attività contribuisce a rinforzare il proprio senso di appartenenza ad una comunità che non si limita a considerarli come utenti di un servizio, ma come soggetti titolari del diritto a partecipare in condizioni di parità con gli altri. 

 

Coinvolgere i genitori per includere bambini e bambine con disabilità

Le educatrici cercano di accompagnare e sostenere i genitori poiché essi giocano un ruolo di fondamentale importanza nell’incoraggiare l’interazione con il gruppo dei pari. Le attività ludiche vengono proposte secondo modalità inclusive, prestando particolare attenzione ai possibili ostacoli di natura fisica o sociale in modo da poter consentire la partecipazione di tutti i bambini e le bambine presenti. Via libera, dunque, a giochi collaborativi, letture animate, giochi di Kim, musica e canzoni, pittura…ognuno con le proprie abilità, concentrandosi su tutte quelle che si possiedono, invece che su ciò che non si riesce a fare.

 

Per maggiori approfondimenti sui diritti di bambini e bambine e sulla genitorialità responsiva consultate il sito di Save the Children.