Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nei primi sei mesi del 2021, sono arrivati in Italia 20.532 migranti. Tra loro, 3.527 sono minori stranieri non accompagnati (MSNA) che arrivano quindi soli, senza i propri familiari e privi di punti di riferimento.

 

I dati generali
Il recente censimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali stima che sul territorio italiano siano presenti, ad oggi, 9.131 minori stranieri non accompagnati. Sono per lo più maschi (97%) e più della metà di loro è vicina alla maggiore età. Provengono principalmente dal Bangladesh, ma anche da Tunisia, Egitto, Albania, Pakistan, Costa d’Avorio.
Le femmine, che rappresentano circa il 3% dei MSNA presenti in Italia, sono per lo più Ivoriane, Albanesi e Guineane. In totale, sono più di 25 i paesi di provenienza di questi giovani migranti.

 

Come giungono in Italia i minori stranieri non accompagnati
Nonostante i molteplici cambiamenti di contesto intercorsi a livello nazionale e geopolitico fra il 2018 e il 2021, la rotta migratoria del Mediterraneo Centrale – che collega il Nord Africa all’Italia e a Malta – continua ad essere una delle più frequentate dalle persone che migrano e rimane tristemente nota anche per essere una delle più pericolose e mortali. Secondo i dati riportati dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, nel corso dei primi sette mesi del 2021, sono circa 29.530 le persone che hanno intrapreso un viaggio lungo questa rotta, si stima che di queste 982 siano morte o disperse.

La Rotta Balcanica, che si estende attraverso la Macedonia e la Serbia verso la Croazia, la Slovenia e l’Ungheria, rappresenta un canale d’entrata verso l’Italia e il Nord Europa ancora poco monitorato ma sempre più preoccupante. I migranti che intraprendono questo percorso affrontano un viaggio a piedi lunghissimo, sono esposti a condizioni climatiche estreme durante i mesi invernali e sono spesso vittime di violenze gravissime legate principalmente ai respingimenti attuati dalle polizie di alcuni Paesi dell’area. Il flusso di minorenni che si muove da solo attraverso la rotta balcanica, secondo le testimonianze raccolte attraverso il lavoro svolto nell’ambito della nostra pubblicazione Nascosti in piena vista, Minori Migranti in viaggio (attra)verso l’Europa, può arrivare a tentare più di 15 volte il passaggio fra Bosnia e Croazia, subendo violenti respingimenti, maltrattamenti e detenzioni attuate nei loro confronti per il solo fatto di essere migranti.

Queste due principali rotte migratorie portano alle nostre coste meridionali e ai valichi di confine settentrionali (in particolare Trieste, Udine e Ventimiglia) bambini, adolescenti e famiglie in fuga per i quali spesso l’Italia è solamente un nuovo e ulteriore confine da superare per continuare il viaggio verso la destinazione finale.

 

L’intervento di Save The Children in frontiera
Fra il 1°gennaio ed il 30 giugno 2021, Save the Children, con staff specializzato, ha supportato con attività̀ di orientamento legale, mediazione culturale, outreach, colloqui individuali e referral 2.860 minori stranieri non accompagnati, fra i 12 e i 17 anni, soprattutto maschi, in arrivo principalmente da Tunisia, Bangladesh, Sudan, Somalia, Guinea, Costa d’Avorio, Egitto e Afghanistan. Sono stati inoltre supportati 44 neomaggiorenni e 208 nuclei familiari, di cui facevano parte 282 minori accompagnati, fra gli 0 e i 17 anni, principalmente provenienti da Tunisia, Libia, Somalia, Marocco e Costa d’Avorio, Nigeria e Siria.

Save the Children Italia interviene nelle principali aree di frontiera e di arrivo via mare dal 2008. Nel corso degli anni il nostro intervento si è ampliato e specializzato seguendo costantemente le modifiche dei flussi migratori e dei bisogni specifici dei bambini e degli adolescenti.

Oggi siamo presenti con il nostro programma d’intervento sia in frontiera sud, principalmente sull’isola di Lampedusa e nel resto del territorio siciliano che in frontiera nord, nella zona di Ventimiglia al confine con la Francia. Viene inoltre eseguito un monitoraggio costante delle zone di Trieste e di Oulx. Questo intervento specifico viene realizzato da dicembre 2020 in partenariato con il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF).

 

Il covid, un’ulteriore sfida per il nostro lavoro
Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, nonostante il lockdown e le varie restrizioni imposte dal Governo per limitare la diffusione del virus Covid-19, i team mobili di Save the Children composti da un esperto legale e un mediatore culturale, hanno continuato ad intervenire ed operare per fornire orientamento legale, anche sulle regole Covid-19, a minori stranieri non accompagnati e famiglie in arrivo via mare, presso l’area di confine a Ventimiglia, nelle strutture di accoglienza nonché garantendo presenza sull’isola di Lampedusa che, nell’estate 2021, è stata oggetto di numerosi sbarchi dalla Tunisia.

 

Un’attenzione particolare a supporto dei bambini e delle vittime di violenza di genere
Durante i primi mesi del 2021, alla luce dei bisogni dei nostri beneficiari, abbiamo deciso di ampliare il nostro intervento nella zona di Ventimiglia mettendo a disposizione dei minori e delle famiglie degli spazi appositi di decompressione, riposo, gioco e informativa. In collaborazione con Caritas Intermelia, abbiamo quindi aperto uno spazio a misura di bambino (c.d. CFS – Child friendly space), diventato luogo di riferimento che fornisce supporto e protezione ai minori stranieri non accompagnati e ai nuclei familiari.

Il CFS è uno degli interventi chiave di Save the Children per proteggere i bambini dai danni fisici e dal disagio psicosociale e per aiutarli a continuare ad apprendere e svilupparsi sia durante, che immediatamente dopo un’emergenza. È un luogo adatto per identificare i minori vulnerabili e a rischio e per facilitare il loro orientamento al fine di fornire una risposta immediata alle loro necessità. Va specificato inoltre che i CFS sono progettati e gestiti in modo partecipativo.
Al suo interno, uno Staff specializzato e formato secondo i principi cardine di Save The Children propone attività ludico-ricreative per i bambini, sempre accompagnati da almeno un genitore, e dispone di condizioni ottimali per identificare eventuali indicatori di traumi e vulnerabilità.

Ad oggi, il CFS ha registrato 1.560 presenze di cui 449 erano minori accompagnati (154 bambine e 295 bambini). È stato adibito inoltre uno “spazio genitore”, che permette l’allattamento in luogo sicuro, offrendo supporto e un’opportunità̀ di riposo. Ad oggi, più di 450 mamme hanno frequentato il nostro spazio a misura di bambino. Presso lo Youth Corner, allestito sempre all’interno del CFS, coordinatori locali e mediatori culturali possono svolgere colloqui individuali con i minori stranieri non accompagnati al fine di offrire un’assistenza personalizzata a seconda dei bisogni specifici di ognuno di loro.

Nel corso del primo semestre 2021, lo Youth Corner è stato frequentato da 504 MSNA.

Negli ultimi mesi di lavoro abbiamo notato un forte aumento degli arrivi di donne, alcune molto giovani e in stato di gravidanza. Queste ragazze sono spesso francofone (provengono soprattutto dalla Costa d’Avorio, dal Mali e dalla Guinea Conakry) e vittime di numerose violenze subìte durante il percorso migratorio. L’assistenza specifica di cui avrebbero bisogno queste giovani donne una volta raggiunta l’Italia è ancora carente: l’accesso alle cure ginecologiche non è sempre garantito nei territori di sbarco e/o transito e l’assistenza per le sopravvissute alla violenza di genere (VDG) è poco sviluppata. Il nostro team contribuisce a fornire un supporto psicosociale alle sopravvissute alla violenza di genere e agli individui a rischio, indirizzandoli quando necessario verso gli enti predisposti a fornire loro un supporto medico.

In accordo con Unicef stiamo inoltre programmando, sul territorio di Ventimiglia, una risposta ad hoc per fornire supporto igienico-sanitario a tutte quelle donne in transito che si vedono negata la possibilità di accedere a strutture adeguate a garantire una corretta igiene personale, mettendo così a rischio la loro salute.

 

In prima linea per far fronte all’emergenza Afghanistan
Il primo semestre del 2021 è stato caratterizzato da un’ulteriore emergenza: l’arrivo in Italia di numerose famiglie evacuate dall’Afghanistan tramite ponte aereo.
ll team di protezione dell’infanzia di Save the Children Italia, grazie a un protocollo d’intesa con l’Agenzia Regionale di Protezione Civile della Regione Lazio e in contatto con il Ministero dell’Interno e il Ministero della Difesa, ha potuto attivare un intervento tempestivo a sostegno dei minori e delle famiglie afghane arrivati nel nostro Paese tramite evacuazione aerea.
Attraverso il nostro intervento abbiamo raggiunto e sostenuto oltre 1.500 famiglie e minori, grazie al lavoro delle nostre squadre mobili che hanno garantito assistenza e mediazione culturale sia all’aeroporto di Roma Fiumicino che nei Covid Hotel durante il periodo di quarantena preventiva.

Abbiamo attivato, infine, una Helpdesk attraverso la nostra Helpline Minori Migranti, per rispondere all’emergenza immediata e per offrire sostegno a medio termine ai minori soli e alle loro famiglie. L’Helpdesk fornisce mediazione linguistico-culturale online in lingua Farsi, Pashtu e Dari, orientamento e supporto legale, primo sostegno psicologico ed emotivo, eventuale presa in carico di situazioni di particolare vulnerabilità e assistenza nelle procedure di ricongiungimento.

 

Ringraziamo i colleghi del Dipartimento di Protezione di Save the Children Italia per averci delineato in dettaglio la situazione italiana ma soprattutto per il loro prezioso lavoro.