L’ Art. 1 dello Statuto del CENTRO SPORTIVO ITALIANO recita testualmente “Il CSI è un’associazione apartitica che ha per finalità la promozione della pratica sportiva come momento di educazione, maturazione umana e impegno”. Partendo da questo assunto tutte le attività promosse sui diversi territori non possono prescindere dal declinare due fattori fondamentali in termini di cittadinanza e di partecipazione attiva: il contesto,inteso come conoscenza geografica e socio-economica del territorio – e la relazione tra persone, minori e/o adulti specie se giovani che, da sempre, costituiscono il principale punto di riferimento della mission educativa e sportiva del CSI. Genny Mangiameli, educatrice del CSI Catania, ci racconta come organizzano attività e iniziative in spazi educativi informali.
A Catania il CSI è presente da quasi 80 anni e l’esperienza maturata negli anni ha permesso di realizzare tantissime iniziative svolte in spazi aperti, pubblici e privati, tutte a carattere ludico-sportivo e di importante rilevanza sociale grazie ad attività che hanno posto l’attenzione di istituzioni e organi decisionali su alcuni spazi abbandonati e/o da riqualificare come la piazza Beppe Montana e il Parco degli Ulivi (spazi afferenti la periferia di San Giovanni Galermo dove il CSI di Catania opera con suoi progetti “Spazio Mamme” e “Punto Luce”). Di iniziative di questo tipo ne possiamo citare tantissime e diverse, ma tutte hanno avuto un unico comune denominatore: l’aspetto educativo. Educare da “educere” ovvero “tirar fuori” talenti ma anche paure, capacità di immaginare un futuro nello sport o semplicemente familiarizzare con un modello di vita sano, che include il movimento sotto ogni forma.
Palestre, impianti sportivi e campetti sono importanti, specie in una regione – come la Sicilia- che da sempre è fanalino di coda per penuria di impiantistica sportiva, ma promuovere lo sport e il movimento significa anche valorizzare tutti quegli spazi outdoor, come i parchi, i cortili di chiese e scuole, le piazze pubbliche, i boschetti che possono divenire luoghi privilegiati di rigenerazione urbana. È proprio per queste ragioni che da decenni, il CSI opera in questi luoghi che, grazie anche a semplici e piccoli allestimenti e attrezzature – quali palloni, reti, triangoli, cinesini, corde – diventano durante tutto l’anno veri e propri “villaggi dello sport”, aperti a tutti, gratuiti e pieni di colore e di allegria. Giochi individuali, in gruppo o in squadre create al momento, con chi decide di partecipare scendendo occasionalmente dal palazzo circostante, se si realizza in una piazza pubblica o iscrivendosi dietro tesseramento, se l’attività è stata programmata a priori coinvolgendo utenti di scuole, associazioni sportive dilettantistiche o enti del terzo settore, in ogni caso sempre in un clima di socialità e di protagonismo condiviso.
Attività all’aperto e iniziative sociali per contrastare il disagio e favorire l’inclusione
Gli eventi sono rivolti a tutti e tutte, bambin*, ragazz* e adulti: : si va dai mini campetti per i giochi di squadra (calcio, volley, basket) ai giochi ludici adatti a bimbi molto piccoli (gonfiabili, mattoncini lego, percorsi realizzati sul terreno/prato con appositi strumenti) in cui i più piccoli possono interagire tra di loro e socializzare o farsi aiutare dai genitori, stimolando la collaborazione genitore/figlio. Molti dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che partecipano a queste attività abitano in “case-dormitorio” in cui mancano spazi comuni (cortili, giardini) pensati per la società e, anche in famiglia, mancano loro le occasioni o il tempo da dedicare al gioco tra genitori e figli, così questi eventi diventano occasioni uniche da cogliere per riappropriarsi di un tempo di qualità, da vivere insieme.
Gli adolescenti solitamente partecipano più volentieri ai giochi di squadra (calcio, calcetto, pallacanestro, pallavolo, rugby) o individuali (corsa campestre, corsa ad ostacoli, maratone…) in cui sperimentano non solo la socialità e la cooperazione, ma soprattutto le proprie abilità e il desiderio di conoscere i propri limiti, magari provando a superarli. Non mancano i tornei di categorie e livelli diversi.
Questi eventi esterni o uscite hanno, inoltre, un altro grande pregio: far conoscere luoghi sconosciuti e spostarsi in luoghi lontani dal proprio. Il CSI infatti organizza iniziative a carattere non solo locale, ma anche regionale coinvolgendo un gran numero di partecipanti che provengono da comuni e realtà diversi, grazie alle quali si può vivere anche l’aspetto culturale e ludico dell’iniziativa. Spostandosi in pullman i ragazzi e le ragazze hanno modo di poter vivere l’esperienza delle “gite di un giorno” e soprattutto per quei ragazzi che vivono ai margini, non avendo la possibilità di partecipare a gite scolastiche o fare viaggi insieme alla famiglia, diventa occasione di esplorazione di luoghi nuovi, ma anche di inclusione sociale.
Ad esempio per i minori stranieri non accompagnati che vivono in comunità partecipare a queste iniziative significa sentirsi parte integrante di una comunità e percepirsi con le stesse possibilità che hanno i loro coetanei.
Gli eventi e le uscite organizzate dal CSI provinciale e regionale sono sicuramente a carattere sportivo ma spesso si collegano a momenti di grande pathos sociale. Si pensi alla passeggiata ludico-sportiva “In Cammino per Sant’Agata”, organizzata nell’ambito della “Coppa Sant’Agata” – che prevede una rassegna di eventi sportivi e sociali in onore della santa patrona di Catania – e che vede ormai da diversi anni, la partecipazione di centinaia e centinaia di persone, specialmente giovani, oltre a numerosissimi bambini e ragazzi con disabilità per i quali vengono strutturate attività inclusive. Questo a dimostrazione del fatto che lo sport può essere l’anello di congiunzione tra diversi aspetti che rappresentano la vita sociale e personale di ciascun individuo e di una comunità.
Infine, anche nell’ambito dei progetti che il CSI gestisce in partenariato con Save the Children Italia a Catania, numerose sono le attività outdoor proposte quotidianamente nei vari presidi territoriali: dal Punto Luce allo Spazio Mamme, dal Polo Millegiorni alle attività di frontiera. All’interno di questi presidi educativi, le visite e le uscite consentono a bambini e ragazzi che provengono da contesti svantaggiati, di approcciarsi fin da piccoli alle attività motorie e sportive, restituendo loro spazi di socialità, di protagonismo a contrasto dell’esclusione sociale e delle marginalità che purtroppo segnano spesso le nostre periferie.
Per ulteriori approfondimenti sui diritti dei bambini e delle bambine, di ragazzi e ragazze consultate il blog di Save the Children