Interrogarsi sulla qualità della proposta educativa è, per le realtà del terzo settore, importante quanto difficile. L’agire educativo quotidiano deve seguire direttive diverse che spesso sembrano essere molto distanti tra loro, ma che invece guidano verso un obiettivo comune: il benessere di bambini e bambine.

 

Approfondiamo l’argomento con il contributo dell’equipe educativa dell’associazione Vides Main. Vides Main è partner della Rete ZeroSei e a Torino implementa lo Spazio Mamme, un progetto di Save the Children che accompagna i genitori durante le tappe più importanti della crescita dei propri figli e promuove l’inclusione dei bambini tra 0 e 6 anni che vivono una situazione di marginalità.

 

Avviare una riflessione sulla valutazione della qualità del lavoro educativo costringe a misurarsi con la problematicità dell’accostare i due termini – qualità ed educazione – difficili da delineare, da inserire in compartimenti stagni, in definizioni date una volta per tutte ed in criteri valutativi oggettivi destinati a discipline più legate al mondo della concretezza.

La qualità assume un carattere multidimensionale, polisemico, a volte quasi oscuro, spesso confusa per il “far bene le cose”, senza tenere in considerazione l’impatto delle azioni sulle persone che beneficiano della qualità di azioni e progetti.

L’educazione non può avere definizioni univoche, statuarie, oggettive e preconfezionate, perché ha come pilastri portanti concetti legati all’umanità, l’intreccio con la vita delle persone, le difficoltà, l’operatività e soprattutto la complessità.

Ma cosa indendiamo per valutazione?

E’ importante sottolineare come la valutazione non sia la fase finale di un percorso, ma un processo che nasce prima, qualcosa che direziona, indirizza e consolida l’agire educativo quotidiano. In questa cornice si inserisce il concetto, imprescindibile nell’agire educativo, di complessità. Nel linguaggio quotidiano tale concetto è spesso considerato opposto all’idea di semplicità, accostando l’idea di complessità a quella di complicazione. L’etimo ci corre in aiuto: cum plexum – con nodi, intrecciato – quindi un tappeto, un tessuto che non può essere sbrogliato senza perdere la natura stessa dell’oggetto, senza perdere la visione d’insieme. In questo senso le situazioni di natura complessa non devono essere erroneamente affrontate con l’obiettivo di semplificarle ma, è necessario, per comprenderle realmente e coglierne il significato, affrontarle con l’ottica dell’esploratore: ricercare cause, concause, conseguenze, retroterra culturali, storici e stereotipati; solo in questo modo è possibile approcciarsi alla complessità con una visione sistemica che veda la situazione, ma soprattuto la persona, nella sua interezza ed unicità.

Come costruire un servizio educativo efficace e di qualità?

E’ necessaria una programmazione sociale che tenga in considerazione il contesto in cui si opera, il target delle persone che beneficieranno dell’agire educativo e le caratteristiche professionali dell’equipe educativa multidisciplinare. E’ importante, in un servizio educativo territoriale non formale – che non sottostà ai rigidi e spesso obsoleti criteri tecnicistici di controllo – autodeterminarsi, mettersi in una posizione critica verso se stessi come educatori, un metodo autoriflessivo e metariflessivo che agisca in un’ottica pluralista ed aperta a tendenza innovative.

Ed ecco che diventa innovazione parlare di autovalutazione, darsi delle linee guida per la revisione professionale, utilizzando degli strumenti, quali le check-list, che possano essere contestualizzati all’interno delle prevalenti sfide educative, dei problemi di autovalutazione ed accreditamento delle politiche degli interventi socio-educativi, della crescente complessità del tessuto sociale aggravata dalla situazione pandemica. Questa metodologia può contribuire a fornire dignità alle vicende educative dei servizi territoriali in una vision di sistema di qualità che arricchisca la cultura dei suoi protagonisti.

Per saperne di più: Lavoro educativo e qualità, anche nei tempi del Covid19. Elementi per la costruzione di un manuale di autovalutazione di un servizio educativo territoriale, Maggioli, Santarcangelo di Romagna (RN), 2021, a cura di G.Garena.