Rispetta i miei tempi e i miei ritmi che non sono i tuoi:
io ho bisogno di lentezza e di calma
per imparare, per crescere, per farmi uomo.
I miei sono i tempi della terra, i ritmi lenti delle stagioni,
del seme che si fa grano
quando il momento è giunto.
Non prima.
Elena Balsamo, “L’alfabeto del bambino naturale”
Qualche mese fa vi abbiamo parlato del percorso formativo avviato dall’associazione Piombini e Sensini di Macerata rivolto a educatori e educatrici e a insegnanti della scuola dell’infanzia per favorire il dialogo con le famiglie. Da questa esperienza è nata la proposta di un laboratorio destinato a due plessi della Scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo “Ugo Bassi” di Civitanova Marche. Scopriamo di cosa si tratta attraverso il racconto di Gloria Lanciotti, coordinatrice e formatrice del Centro Arcobaleno, dell’Associazione Piombini e Sensini di Macerata, partner della Rete Zero-Sei di Save the Children.
Le docenti che hanno partecipato alla prima formazione hanno espresso l’esigenza di condividere il percorso di lavoro con altre scuole. Obiettivo, come nella prima esperienza, quello di dare vita a momenti di dialogo caratterizzati da spazi e tempi lenti durante i quali accompagnare i bambini e le bambine ad attivare, attraverso il dialogo e l’interazione con gli altri partecipanti, una capacità di riflessione interiore. È nata così una nuova proposta laboratoriale, guidata sempre dalle professioniste dell’associazione Piombini e Sensini che hanno costruito un percorso di lavoro rivolto a genitori, insegnanti, bambini e bambine, capace, sia di accogliere le loro singole soggettività sia di lasciar emergere le risorse create dall’interazione all’interno di ciascun gruppo.
E così, la scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo “Ugo Bassi” si è resa disponibile ad attivare i Laboratori di Intelligenza Emotiva per una Pedagogia della Lentezza. Il percorso, seguendo un’ottica sistemica, si è articolato attraverso incontri, prima con docenti e genitori e, successivamente, con i bambini e le bambine. Con i docenti si sono tenuti tre incontri (inizio-metà percorso-conclusione), con i genitori due (inizio e conclusione) e con i bambini e le bambine sei incontri.
Le formatrici hanno proposto un filo rosso tematico, che tenesse vicini grandi e piccoli nell’esplorare e ascoltare l’Amico Silenzio, attraverso pratiche di centratura ed esercizi mirati al riconoscimento e alla condivisione narrativa delle emozioni. Gli strumenti di lavoro utilizzati a questo fine sono stati un Cerchio di persone, sempre presente ed attento ad accogliere ciascun nuovo partecipante; l’impiego di Albi illustrati, che favorissero l’incontro con la Bellezza e la Profondità e creassero una risonanza nei vissuti di tutti i partecipanti; e l’uso di segni e disegni che restituissero l’Espressione di sé lasciando una traccia del proprio cammino.
I gruppi delle docenti erano misti, cioè formati da professioniste provenienti dai diversi plessi e questo ha facilitato la disponibilità ad aprirsi al confronto e al dialogo. Le docenti hanno attivato un clima di fiducia che ha permesso alla soggettività di ciascuna di trovare spazio, creando un buon contesto nel quale superare l’ auto-referenzialità, aprendosi alle domande e alle tematiche sollevate dalle altre persone. Attraverso questo metodo di lavoro si è, non solo favorito lo scambio, ma, soprattutto, si è dimostrato come la scuola possa essere capace di coltivare il valore della Lentezza, attraverso pratiche creative e espressioni artistiche colorate.
I genitori hanno partecipato attivamente agli incontri, mostrando una buona capacità di mettersi in gioco, sia nelle pratiche riflessive sia in quelle ludiche. Infatti, il tempo dedicato ai genitori oltre ad essere funzionale ad una narrazione degli incontri svolti con i figli, ha avuto anche la finalità di farli sentire parte di un gruppo nel qual divertirsi ed essere ascoltati, favorendo l’uscita dalla solitudine e l’attivazione di una rete di prossimità.
Il laboratorio è stato per tutti e tutte l’occasione per rendere pienamente viva e pulsante una comunità scolastica.
Per ulteriori informazioni sui diritti di bambini e bambine e sulla genitorialità responsiva visita il blog di Save the Children Italia