Il diritto di essere ascoltati è uno dei principali diritti umani, nonché un pilastro fondamentale dell’infanzia, ed è previsto, infatti, dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Questo diritto riguarda non solo i bambini e le loro esigenze ma anche i loro genitori, per garantire un ambiente di crescita sano e protetto. Approfondiamo l’argomento grazie al contributo di Francesca Donnicola e Viviana Guadalupi, della cooperativa Santi Pietro e Paolo Patroni di Roma, partner implementatore delle attività dello Spazio Mamme e del Punto Luce di Save the Children, a Brindisi.  

Essere ascoltati significa avere la possibilità di esprimere le proprie idee, opinioni, sentimenti e bisogni senza essere giudicati, ignorati o discriminati. In un mondo in cui l’opinione dei bambini e delle bambine è spesso sottovalutata o ignorata, è importante promuovere l’educazione all’ascolto attivo e il rispetto per i contributi che i bambini e le bambine ci consegnano in ogni sfera della vita a partire dalla famiglia, alla scuola, nei servizi pubblici e nelle istituzioni.

Tuttavia, spesso i bambini e le bambine non sono ascoltati come dovrebbero. Le loro voci vengono spesso soffocate dalle decisioni prese dagli adulti, che credono di sapere cosa è meglio per loro. Questo atteggiamento può avere conseguenze negative sulla loro autostima e sulla loro capacità di prendere decisioni autonome da adulti.

Per questo motivo è importante che i bambini e le bambine siano educati a esprimere il loro punto di vista in modo chiaro e diretto, nonché a saper affrontare le situazioni in cui non vengono ascoltati in maniera pacifica. Inoltre, i genitori e gli adulti devono essere disposti ad ascoltare e ad agire di conseguenza.

 

Come costruire un ambiente accogliete per favorire l’ascolto attivo

È fondamentale educare genitori e caregiver a fornire ai bambini un ambiente in cui possono sentirsi sicuri a esprimere le loro opinioni. Ad esempio, possono incoraggiare i loro figli a partecipare alla scelta delle attività domestiche, a suggerire nuove idee e a prendere decisioni in modo collaborativo. L’ascolto e il coinvolgimento non vanno confusi, però, con l’assoluta libertà del bambino e della bambina di scegliere sempre per sé, ma piuttosto come un esercizio del pensiero, un allenamento alla riflessione, alla possibilità come elemento della vita senza scivolare né verso il polo dell’imposizione né verso quello della totale libertà favorendo quelle situazioni educative del bambino e della bambina “imperatore”.

Ma qual è l’impegno concreto dell’adulto nei confronti del bambino e della bambina affinché trasformino il diritto all’ascolto in una possibilità quotidiana? E come un adulto può essere accogliente verso un altro adulto per favorire l’ascolto dell’intera famiglia?

Il primo passo per dare voce ai bambini e alle bambine è creare spazi sicuri e accoglienti in cui si sentano liberi di esprimere le loro idee e di condividere i loro pensieri, gli spazi oltre che essere garanti di sicurezza devono essere anche stimolanti e creativi per dare occasioni in cui il bambino e la bambina siano stimolati all’esercizio del pensiero e della scelta. Questi spazi possono essere creati a casa, a scuola o in altri luoghi comunitari. In questi spazi, essi possono sviluppare le loro capacità di ascolto, imparare ad esprimere le loro opinioni in modo rispettoso e a risolvere i conflitti in modo pacifico. Nello Spazio Mamme di Brindisi, la cooperativa Santi Pietro e Paolo ha lavorato alla creazione di un luogo in cui genitori e bambini si sentano sicuri di esprimere i propri stati d’animo, le proprie emozioni e le loro difficoltà, senza sentirsi giudicati o sotto pressione. Gli operatori quotidianamente ascoltano e supportano i piccoli beneficiari e le loro famiglie, cercando di sostenere i genitori in difficoltà nell’educazione dei figli. È stato realizzato uno spazio a sostegno della genitorialità che possa essere per le famiglie un punto di riferimento dove possano:

  • imparare modalità di comunicazione più efficaci tra genitori e figli e tra gli stessi genitori;
  • incrementare la loro consapevolezza circa le proprie risorse e favorire l’ottenimento di nuove;
  • sviluppare un pensiero critico;
  • attivare il confronto e la riflessione sul funzionamento della propria famiglia;
  • favorire un approfondimento del rapporto genitori/figlio/i.

Alle volte è semplicemente uno spazio di ascolto neutro in cui non si impara, ma si sperimenta la piacevolezza dell’essere riconosciuti come persone con le proprie fragilità e le proprie risorse, uno spazio in cui la relazione adulto -adulto è intessuta nell’empatia e nel rispetto, un momento per dare voce alla propria voce, alle volte urlata, altre taciuta o bisbigliata che si limita ad essere sentita e non ascoltata.

Lo Spazio Mamme può rappresentare quello spazio diverso dalla società della comunicazione di massa, in cui si può dare nutrimento a quel bisogno di comprensione, attenzione e ascolto attivo. La necessità di creare legami profondi e luoghi interiori sicuri, dove si avverte comprensione e vicinanza affettiva, rende l’ascolto dell’altro un mezzo fondamentale per creare il giusto momento di incontro, in grado di attenuare paure, ansie e distanze.

 Ciò che si mette in atto e che si cerca di promuovere nei genitori, presso lo Spazio Mamme di Brindisi, è un ascolto attivo delle idee e delle esperienze dei bambini e delle bambine, perché sono proprio loro, i genitori, i principali modelli di comportamento e devono essere consapevoli dell’importanza dell’ascolto dei propri figli. Questo significa ascoltare attentamente ciò che i bambini e le bambine dicono senza interromperli, senza imporre le proprie opinioni da adulti o giudicare i loro pensieri o i sentimenti che stanno sperimentando in quel momento. In questa maniera, si darà l’opportunità ai bambini e alle bambine di sviluppare autostima, autodeterminazione e fiducia in sé stessi. Inoltre, gli operatori si propongono come “ponte” tra queste famiglie e istituzioni, affinché queste, che dovrebbero garantire l’ascolto dei bambini e dei genitori, possano fornire loro il giusto supporto. le famiglie vengono indirizzate nella scelta dei servizi pubblici, ascoltando le loro preoccupazioni e le possibilità di miglioramento dei servizi e valutando regolarmente la qualità delle esperienze dei bambini e dei loro caregiver.

 

Per acquisire ulteriori informazioni visita il blog di Save the Children Italia, uno spazio di approfondimento tematico sui diritti di bambini e bambine e sulla genitorialità