Oggi si sente parlare spesso di massaggio infantile, una pratica sempre più diffusa e fortemente incentivata da pediatri/e, ostetrici/che e da esperti della prima infanzia.

 

Ma quali sono i benefici effettivi di questa pratica? Cosa aggiunge al rapporto tra genitori e figli/e? Ci aiuta a capirlo Nicoletta Princigalli, dell’Ass.ne “Lo Scrigno” – realtà attiva nel supporto alle e ai future/i neo-mamme e papà e partner della Rete ZeroSei.

 

“Il bambino è predisposto geneticamente a sviluppare un legame di attaccamento con chi si prende cura di lui alla ricerca di protezione, per un bisogno innato, forse una pulsione, funzionale alla sopravvivenza dell’individuo”. (F. Vizziello)

Nella specie umana la maturazione degli apparati sensoriali si svolge quasi contemporaneamente nell’ambiente endouterino: il sistema della sensibilità cutanea, con i suoi innumerevoli recettori, diviene funzionale per primo, seguito poi dal sistema vestibolare, uditivo e visivo.

La sensibilità cutanea rappresenta evolutivamente il primo canale dell’esperienza e della comunicazione nell’essere umano: la stimolazione tattile favorisce lo sviluppo neurologico nel prematuro (Field, 1190) e facilita la conoscenza delle varie parti del corpo, sviluppando l’immagine di sé, così da far sentire il bambino “sostenuto” e amato. Il massaggio stimola, tonifica e regolarizza il sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, immunitario e gastro-intestinale.

 

Il massaggio infatile: benefici per bambini/e e genitori

Il massaggio infantile rappresenta un’esperienza di profondo contatto affettivo tra genitore e bambino/a e favorisce il rilassamento di entrambi. Aiuta il/la bambino/a a rilasciare e scaricare tensioni provocate da situazioni nuove, stress o piccoli malesseri come ad esempio le coliche gassose.

Il contatto favorisce il legame di attaccamento – bonding- tra bambino/a e genitore. È un momento di nutrimento affettivo e di sostegno nell’arte dell’essere genitore. Mantenendo, durante il massaggio, il contatto anche visivo e vocale, si può avvertire tra i soggetti un collegamento emotivo continuo. Mentre si massaggia si cerca di ascoltare il/la bambino/a nella sua interezza, nei bisogni che esprime. I genitori si vedono e riconoscono negli occhi del proprio bambino/a e viceversa. Importantissimo è anche l’uso della voce, oltre che il calore e l’odore della pelle, che permette di gettare le basi per una relazione solida, in grado di dare al bambino sicurezza e autostima.

Molti sono gli studi, soprattutto per bambini ospedalizzati o prematuri, in cui viene consigliato il contatto: skin to skin o la kangaroo therapy. Queste modalità mostrano l’importanza del contatto. Il massaggio infantile è, tra queste modalità, la più completa.

 

I vantaggi dell’attaccamento sin dai primi giorni di vita

I primi ad aver riconosciuto l’importanza del concetto di attaccamento furono i coniugi Harlow, nell’ambito degli studi etologici sui macachi Rhesus (Harlow e Zimmermann 1959; Harlow 1961).

Tra i vari esperimenti avevano separato delle scimmiette dalla madre e le avevano chiuse in gabbia con due sostituiti, uno di peluche caldo e morbido ma che non forniva latte, l’altro freddo e metallico ma che erogava latte. Le scimmiette dimostrarono di preferire il sostituto di peluche quando si sentivano minacciate e avevano bisogno di confortarsi, ricorrevano al sostituto metallico per soddisfare i bisogni alimentari. Gli studi misero in evidenza l’esistenza di un periodo sensibile in cui il contatto tra madre e cucciolo permetteva la formazione del comportamento sociale. Inoltre, si evidenziava come il contatto pelle a pelle fosse predominante. È, pertanto, possibile affermare che la necessità di contatto fisico è un bisogno primario e indipendente da quello relativo al soddisfacimento dei bisogni fisiologici e il legame di attaccamento madre-figlio è qualcosa di più che l’esito di un rapporto strumentale finalizzato all’ottenimento di cibo da parte del cucciolo.

Il bonding, attaccamento, stimola la produzione dell’ossitocina, i cui livelli sono altissimi durante gravidanza ed allattamento, responsabile dello scatenarsi dell’istinto materno/paterno (a sua volta legato all’istinto di conservazione della specie). Questo ormone insieme alla vasopressina stimola il sistema parasimpatico e migliora sia l’umore che la resistenza allo stress, inducendo il genitore a sentire l’impulso naturale che lo porta ad occuparsi della prole e il piccolo a sentirsi protetto dalle cure amorevoli ricevute.

Entrambi troveranno giovamento e proveranno piacere producendo, a livello chimico, un neurotrasmettitore chiamato dopamina, noto per i suoi effetti positivi sul senso di appagamento e di benessere generale.

 

Il massaggio infantile come strumento per allenare l’intelligenza emotiva

Il massaggio infantile, in ultima analisi, rientra tra le cure prossimali, tutte quelle modalità di accudimento che privilegiano il contatto con i genitori ed hanno un ruolo importante nello sviluppo dell’intelligenza emotiva.

È un modo per comprendere e comprendersi, per entrare in connessione, per stabilire un legame forte e duraturo.

Un bambino che da piccolo avrà vissuto l’esperienza del massaggio sarà più empatico nei confronti del prossimo, avvertirà gli stati d’animo degli altri, saprà capirli e non giudicarli.

Il cambiamento culturale passa dalle piccole cose e davvero “il mondo può essere cambiato un bambino alla volta”.

 

Per ulteriori approfondimenti e contenuti relativi ai diritti di bambini e bambine, consulta il blog di Save the Children Italia