Allattare è straordinariamente normale, tutte le donne sono in grado di nutrire i propri cuccioli, proprio come tutti i neonati sono capaci di poppare. Il seno è nutrimento non solo fisico, ma anche emotivo.

Il bambino ritrova il suo nido, la sua protezione, il posto in cui si sente a casa. La mamma vive un’esperienza piena, intensa e gratificante che la aiuterà a superare con maggiore facilità le fatiche del post partum e contribuirà a costruire con la sua creatura un legame solido e profondo.

 

Ne parliamo con Nicoletta Princigalli dell’Associazione “Lo Scrigno”, partner della Rete ZeroSei, da sempre attiva nel supporto alle future e neo-mamme sui temi dell’allattamento e non solo.

 

Benefici a breve e lungo termine per la mamma
Allattare comporta degli oggettivi benefici che saranno una base importante per la vita della diade e del bambino stesso.

Per la mamma esistono benefici a breve termine quali: un più veloce recupero fisico dovuto alla maggior perdita dei chili in eccesso e ad una più rapida involuzione dell’utero, e un più veloce recupero psichico, in quanto l’ossitocina prodotta durante le poppate gioca un ruolo determinante nella gestione dello stress e costituisce un ottimo antidoto contro la depressione post-partum.

Esistono, altresì, benefici a lungo termine, in quanto studi scientifici hanno dimostrato che allattare costituisce fonte di protezione dal cancro alle ovaie e al seno, dal morbo di Alzheimer, dall’endometriosi e dalla sclerosi multipla.

 

Benefici a breve e lungo termine per il bambino
I benefici dell’allattamento ricadono anche sulla crescita e sullo sviluppo psico-fisico ed emotivo della nuova vita, sia nel breve che nel lungo termine.

Nel breve termine riguardano: una maggior protezione durante lo sviluppo del sistema immunitario e stimolazione dell’immunocompetenza, protezione immunitaria specifica da malattie infettive, promozione dello sviluppo cerebrale, stimolazione del corretto ritmo circadiano, prevenzione della sudden infant death syndrome (sids), protezione dall’otite media, sostentamento in situazioni di crisi/emergenza.

A lungo termine, invece: protezione da sovrappeso e obesità, protezione da diabete, protezione dallo sviluppo di mal occlusioni dentarie, aumento del quoziente intellettivo (QI) e protezione da ADHD (attention deficit hyperactivity disorder), protezione da leucemia.

È bene, inoltre, ricordare che il latte materno è sorgente di cellule staminali e fattori antitumorali.

 

I costi economici ed ambientali legati al mancato allattamento
L’efficacia e l’importanza dell’allattamento al seno è costantemente sottolineata dall’OMS che ne raccomanda l’esclusività fino ai 6 mesi di vita ed il proseguimento come alimento principale fino ad 1 anno di vita del bambino e, successivamente, fino ai 2 anni, o comunque fino a quando mamma e bambino lo desiderano.
Di fatto, si tratta di una relazione d’amore, la prima che un essere umano conosce e devono essere i protagonisti di questa relazione a dettarne le modalità di gestione.

L’Unicef, nel rapporto “Fatti per la vita” del 2002 ha dichiarato:
“Se tutti i bambini fossero allattati esclusivamente nei primi sei mesi di vita, si stima che circa 1,5 milioni di morti infantili sarebbero evitate e la salute e lo sviluppo di milioni di altri bambini sarebbe notevolmente migliore”

Sostenendo l’importanza dell’allattamento quale fattore determinante per la sopravvivenza infantile.

Allattare al seno contribuisce ad interrompere il ciclo della povertà, basti pensare a tutti i costi economici ed ambientali legati al mancato allattamento, che si ripercuotono inevitabilmente sull’intera società:

I bambini non allattati hanno un QI inferiore, con conseguenze sulla possibilità di raggiungere un elevato livello di istruzione e, in seguito, di guadagno;
– I bassi tassi di allattamento contribuiscono all’aumento delle malattie, con conseguente incremento dei costi legati all’assistenza sanitaria e alle cure mediche;
La produzione, l’imballaggio, la conservazione, la distribuzione e la preparazione del latte artificiale concorrono al danno ambientale.

L’allattamento, quindi, incide sulla nostra vita più di quanto siamo abituati a pensare.

La cultura nella quale siamo cresciuti ci ha consegnato l’idea che non fosse, in realtà, così importante, permettendoci di dimenticare che la nostra natura principale è proprio lì nel latte materno.

“E’ nel seno che il bambino, oltre al cibo, cerca e trova affetto, consolazione, calore, sicurezza e attenzione. Non è solo una questione di alimento.
Il bimbo reclama il seno perché vuole il calore di sua madre, la persona che conosce di più. Per questo motivo la cosa importante non è contare le ore e i minuti o calcolare i millilitri di latte, ma il vincolo che si stabilisce tra i due che è una sorta di “continuazione” del cordone ombelicale”.

Le parole di Carlos Gonzàlez descrivono meglio di qualunque altro concetto questo legame intenso e indissolubile e l’essenza stessa del nostro essere mammiferi, nel senso più intimo del termine.

 

È fondamentale prenderne consapevolezza, anche attraverso il sostegno del papà che gioca un ruolo determinate, della figura dell’ostetrica e della peer, attraverso la partecipazione a gruppi di auto-aiuto con altre mamme, affinché l’informazione e il supporto restituiscano alla donna quelle conoscenze innate, che le consentiranno di compiere le proprie scelte in autonomia e serenità.