“Tutelare la salute e il benessere delle mamme in gravidanza e dei bambini fin dai primissimi giorni di vita, garantendo il supporto necessario ai neogenitori e in particolare alle famiglie più fragili e vulnerabili, è fondamentale per il loro sano sviluppo psicofisico ed emotivo”. Sono le parole di Raffaela Milano, Direttrice die Programmi Italia-Europa di Save the Children in occasione del seminario nazionale della Rete Fiocchi in Ospedale, svoltosi a Roma il 27 giugno.
La Rete Fiocchi in Ospedale è stata promossa da Save the Children, a partire dall’esperienza maturata nel corso degli anni con i servizi Fiocchi in Ospedale, presenti nei reparti materno-infantili di 7 ospedali italiani (Niguarda e Sacco di Milano, Cardarelli di Napoli, Maria Vittoria di Torino, San Camillo e San Giovanni di Roma, Policlinico di Bari), spazi dove le mamme e i papà con i loro bambini vengono accolti, ascoltati, supportati e accompagnati nelle loro difficoltà e fragilità. La Rete Fiocchi in Ospedale è nata con l’obiettivo di unire le realtà istituzionali, professionali e associative presenti sul territorio che come i diversi Fiocchi in ospedale sono impegnate nel sostegno ai bambini nei primi mille giorni di vita e alle loro famiglie.
“Questa iniziativa non solo riguarda un argomento che ho a cuore, il sostegno alla maternità, e per il quale, nell’ambito dei miei compiti istituzionali, ho voluto emanare una direttiva affinché le amministrazioni assumano azioni positive per non ostacolare le esigenze di allattamento”, ha dichiarato Marianna Madia, Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione. “Il progetto ‘Fiocchi in Ospedale’ rappresenta bene il ruolo di servizio che svolge la pubblica amministrazione nella vita dei cittadini e, al contempo, l’importanza della collaborazione tra il pubblico e il privato. Collaborazione che considero determinante anche nel processo di riforma. La riforma della pubblica amministrazione non è mai ‘una volta per tutte’, ma è un percorso continuo, che non si realizza con uno sforzo univoco. Il bene comune nasce dall’interazione del pubblico assieme a realtà private che, attraverso una sana collaborazione, contribuiscono all’interesse generale”.
Il seminario, accanto alla Ministra Marianna Madia, ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti ed esperti, i cui interventi hanno permesso di approfondire il tema della genitorialità, del periodo cruciale rappresentato dalla gravidanza e dai primi anni di vita, delle fragilità familiari, del maltrattamento e sua prevenzione in particolare nella fascia 0-3 anni, approfondendo indicazioni e azioni a partire dal livello internazionale e nazionale per arrivare alle esperienze locali; Raquel Cortes Herrera, DG EMPL – Deputy Head of Unit C2 disability and inclusion (child poverty); Francesca Bottalico, Assessore Politiche Sociali Comune di Bari; Gloria Soavi, Presidente del Coordinamento Italiano Servizi Maltrattamento all’Infanzia (CISMAI); Raffaella Schirò, Associazione Culturale Pediatri; Sabrina Antolini, Coordinatrice Ostetrica AO San Giovanni Addolorata; Fulvia Ranzani, Coordinatrice Infermieristica ASL Città di Torino.
Hanno inoltre partecipato i rappresentanti di quattro realtà territoriali interessate alla partecipazione alla Rete Fiocchi in Ospedale: Alfio di Mambro, Archè Onlus, Il Bosco Incantato, Ospedale Buzzi, Milano; Emanuela Riccio, Ambulaorio Sociale, Ospedale Villa Betania, Napoli; Licia Acquino, Acquamaribna, Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio, Catanzaro; Elena Coppo, Ambulatorio Bambi, Ospedale Regina Margherita, Torino.
Nel corso del seminario è stata sottolineata la necessità urgente di garantire il pediatra a ogni neonato prima della dimissione dall’ospedale dopo il parto, e la partecipazione al seminario della ministra Marianna Madia si inserisce nel lavoro portato avanti su questo obiettivo, perché venga favorita la semplificazione del dialogo tra le diverse amministrazioni che intervengono nel percorso di assegnazione. Ha sottolineato ancora Raffaela Milano: “Dalla nostra esperienza, riscontriamo che in molti casi i neogenitori non riescono a ottenere, direttamente presso l’ospedale subito dopo il parto, l’assegnazione del pediatra, che rappresenta un punto di riferimento importantissimo per la salute del bambino e per le questioni riguardanti la sua cura e il suo accudimento. In alcuni ospedali, i genitori devono recarsi dopo le dimissioni presso strutture diverse: prima all’anagrafe del territorio, poi all’agenzia delle entrate per l’assegnazione del codice fiscale e infine alla Asl per la scelta del medico. In questo modo i tempi si allungano, con notevoli disagi sia per le famiglie che per le strutture ospedaliere. Inoltre, qualora la madre abbia partorito in un ospedale distante dal proprio domicilio, tornarvi non è sempre agevole, in particolare nel caso di persone in condizioni di vulnerabilità economica e sociale. Per questo è fondamentale uniformare su tutto il territorio nazionale le procedure di assegnazione del pediatra, garantendone l’assegnazione diretta sin dal momento della gravidanza e della nascita”.
L’impegno perché il pediatra alla dimissione dopo il parto diventi una realtà per tutti i neogenitori con i loro neonati rappresenta uno dei primi obiettivi dei lavori della Rete Fiocchi in Ospedale, perseguito fin dal suo lancio lo scorso anno, insieme con l’attenzione al tema del maltrattamento in gravidanza e nella fascia 0-3 anni, oggetto di un’indagine di Save the Children, Le relazioni pericolose, realizzata tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 e resa disponibile in occasione del seminario stesso.