L’espressione  fare rete rimanda all’insieme degli attori sociali che gravitano su un determinato territorio e/o argomento, e alle relazioni che tra loro si costruiscono, in modo tale da definire comportamenti condivisi, con l’intenzione di raggiungere specifici obiettivi.

Fare rete molto spesso richiama alla mente l’idea che gli attori principali siano istituzioni, organizzati in maniera complessa, come scuole, cooperative, consorzi, sistemi di sanità, organismi di ricerca, enti locali, ciascuno indipendente, con un proprio funzionamento e proprie specificità, e che, insieme, si coordinano e producono servizi e attività per rispondere a bisogni.

Sebbene siano queste le forme organizzate a cui pensiamo quando riflettiamo sull’idea di fare rete, altrettanto importanti e incisive sono  le reti sociali più informali, che non presentano una veste istituzionale definita, come ci spiega Francesca Esposto, educatrice dello Spazio Mamme di Brindisi, per la Cooperativa Santi Pietro e Paolo di Roma.

Questo genere di reti è quello che lo Spazio Mamme di Brindisi alimenta e vuole costruire a favore dei bambini, delle bambine e delle famiglie che orbitano attorno al presidio socio-educativo di Brindisi.

Ciascun nucleo famigliare o ciascuna diade caregiver-bambin@ che si avvicina al presidio è accolto indipendentemente dalla sua tipologia all’interno di uno spazio d’ascolto e di disponibilità; ciascuno è un pianeta che non può rimanere isolato nella sua specificità, ed è importante che si avvicini agli altri per apprendere, confrontarsi e crescere insieme attraverso la partecipazione alle attività organizzate.

Le attività dello Spazio Mamme sono pensate e strutturate in moda da creare uno spazio di interazione, così che ciascuno dei partecipanti eserciti (e riceva) un’influenza sugli (e dagli) altri, per uscire dall’isolamento quotidiano e diventare parte di una comunità, nodo della rete sociale tra genitori che nasce, così, in modo informale, ma organizzato, all’interno degli spazi offerti dal progetto.

I fenomeni interagenti, quindi i genitori, le famiglie, i caregiver, i piccoli e le piccole che partecipano alle attività educative dello Spazio Mamme, creano scambi sociali in cui gli operatori catalizzano relazioni, interazioni, e fungono da mediatori, anche quando si confrontano culture differenti ed esperienze di vita molto diverse tra di loro.

Il confronto diventa scambio, e lo scambio si trasforma in un processo di mutuo-aiuto – una sorta di welfare generativo interpersonale – dove ciascuno di loro è risorsa disponibile per l’altro. Questo scambio è trasversale a livello educativo, di impegno e presenza, disponibilità e sostegno. E’ un vero e proprio capitale umano che circola all’interno dello Spazio Mamme.

 

La rete informale a sostegno delle famiglie del territorio

In questa circolarità di energia si creano le condizioni favorevoli per supportare i caregiver, coloro che nei primi anni offrono «le cure che nutrono» e per garantire benefici a tutti.

Quali sono i benefici? Eccone alcuni:

  • Condivisione delle risorse: gli “organismi” coinvolti in una rete possono condividere informazioni, competenze e strumenti, ottimizzando in tal modo l’utilizzo delle risorse disponibili e affrontando sfide comuni in modo più efficace;
  • Sinergie e complementarietà: in una rete ciascuno porta la propria esperienza, le forze di uno possono compensare le debolezze di un altro, migliorando i risultati di un’azione;
  • Apprendimento e scambio di conoscenze: il lavoro in rete favorisce lo scambio di conoscenze e di pratiche tra gli organismi coinvolti. Ciò comporta un reciproco apprendimento e un continuo miglioramento delle proprie competenze.

Lavorare per costruire una rete genitoriale non è semplice, lo sforzo maggiore è quello di adoperarsi nella creazione di un ambiente che metta adulti e bambini a proprio agio, creando in tal modo una condizione di partenza favorevole allo sviluppo del bambino/a e alla fiducia delle famiglie, perché lo spazio possa essere realmente percepito come un ambiente accogliente e ricco di opportunità, nel quale ciascuno si senta davvero parte integrante.

Alla base di questo programma vi è una metodologia educativa condivisa, pensata e realizzata con il contributo di ciascun operatore della cooperativa Santi Pietro e Paolo patroni di Roma, che da tempo lavora in sinergia, mettendo a disposizione differenti competenze professionali e disciplinari, e coordinando le diverse azioni inerenti alle progettualità attive e da attivare, con l’intento di offrire un servizio potenziato e integrato alle famiglie del territorio Brindisi.

Da questa esperienza nascono laboratori “integrati” per la fascia d’età 5/7 anni: inglese; sport e sani stili di vita; invito alla lettura; arte; teatro; eventi ludico/ricreativi e uscite didattiche svolte insieme anche allo scopo di coinvolgere l’intera famiglia che può sperimentare una relazione di cura in un contesto diverso da quello quotidiano.

I feedback restituiti dalle famiglie sono stati diversi, e spesso positivi, come nel caso di una mamma di tre bambine di 2, 5, e 8 anni, che frequenta da tempo lo Spazio Mamma e che ha restituito la sua esperienza con queste parole: «quando vengo qui mi sento tranquilla, ogni pomeriggio posso trovare delle attività interessanti per me e per tutte e tre le mie figlie, senza che nessuno rimanga a casa o senza che rinunci sempre la più piccola in favore delle più grandi»

Il nostro presidio è, ormai, un porto sicuro per tante famiglie del territorio, e non solo. Alcune vengono anche da altre zone e dalla provincia, alla ricerca di soluzioni per le esigenze più disparate. Famiglie che si sentono accolte, capite e supportate. Tutto ciò è stato possibile anche coltivando relazioni e collaborazione con gli organismi locali, creando, quindi, un ulteriore livello di rete sociale tra i progetti attivi sul territorio, il terzo livello, dopo quello istituzionale e quello interpersonale dello Spazio Mamme.

Fare rete è un lavoro faticoso e non sempre privo di ostacoli, ma che ci ha permesso di raggiungere importanti traguardi educativi destinati alla prima infanzia, attraverso lo scambio e la disseminazione. Molto importante, a questo riguardo, è stato il lavoro di diffusione della nostra metodologia di cura presso altri presidi, come scuole e biblioteche, con spettacoli teatrali, letture itineranti, attività educative rivolte anche ai più piccoli.

In una società sempre più complessa e piena di input che vengono anche dal mondo social su come essere genitori, è cruciale aiutare e prevenire la sfiducia e lo sconforto dei genitori e anche il loro possibile burnout, poiché prendersi cura di un bambino può essere un lavoro molto faticoso e impegnativo, ma con una rete di sostegno, i caregiver possono condividere le responsabilità e imparare anche a godere del loro ruolo genitoriale, senza perdere la piacevolezza della socialità.

Per ulteriori approfondimenti sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza consulta il blog di Save the Children.