I nove mesi di gravidanza sono mesi di preparazione da parte della mamma e del papà all’arrivo del bambino, questi mesi sono caratterizzati, solitamente, da cambiamenti fisici, emozionali e sociali. Tali cambiamenti rappresentano le radici sulle quali si svilupperà il modo di crescere e di svilupparsi del bambino stesso. Il periodo della gravidanza, pertanto, rappresenta un momento fondamentale per sostenere la coppia nella transizione verso la dimensione di coppia genitoriale.

Approfondiamo l’argomento con Letizia Zeverino*, Ostetrica dell’associazione Il Melograno, partner di Fiocchi In Ospedale presso il Policlinico di Bari.

 

L’arrivo di un bambino, porta con sé numerose aspettative e nuove esigenze. Il momento della gravidanza potrebbe essere accompagnato da disequilibri fisiologici all’interno della coppia.

L’evento del concepimento e tutto l’arco della gestazione risultano strettamente interrelati, sia sotto il profilo biologico, che sotto quello psicologico; da questa interdipendenza si genera una totale trasformazione e riorganizzazione dell’identità psichica e corporea, a cui sono connessi significati emotivi importanti, riverbero di fantasie interne e arcaiche.

Durante i mesi della gravidanza è comune tra i genitori fantasticare su quella che sarà la vita con l’arrivo del figlio/a, confrontandosi su quello che significherà il diventare madri e padri.

È comune nelle coppie avere delle aspettative legate al primo incontro e ai primi momenti di vita insieme. Nel secondo trimestre di gravidanza, grazie alla percezione dei primi movimenti fetali, la coppia, e maggiormente la mamma, inizia a pensare al bambino come essere diverso da sé dandogli una fisionomia. Si Inizia a chiamare il bambino/a con un nome e a parlargli. Dunque, i genitori acquisiscono la capacità di immaginare il feto. Tale capacità potrebbe essere predittiva del legame successivo.

 

Come cambia la vita di un genitore con l’arrivo di un/una figlio/a

Diventare genitori è un’esperienza in grado di modificare profondamente la vita di una persona, in primo luogo per la donna che sperimenta direttamente gravidanza e parto, ma, naturalmente, anche per l’altro genitore. Si tratta di un processo di transizione fisiologico e graduale, che spesso si associa ad un cambiamento della propria immagine e delle relazioni affettive più significative. Viene così posto il futuro genitore di fronte al bisogno di confrontarsi concretamente con il bambino immaginato.

Generalmente, nell’ultimo trimestre, le aspettative e l’immagine interiore che ci si è fatti del bambino, si vanno a integrare con due sentimenti differenti:

  • Il desiderio di incontrare il bambino reale
  • Il timore che questo bambino sia diverso da quello che si è immaginato

Iniziano a sorgere così dubbi e preoccupazioni sulla propria capacità di accudire il neonato, sugli effetti che la sua presenza potrà avere sugli equilibri di coppia.

Ed è proprio il momento del parto che segna quel passaggio dalla simbiosi alla relazione genitoriale effettiva.

È evidente, che il processo di metamorfosi che caratterizza la genitorialità viene a configurarsi come una vera  e propria crisi d’identità: perché viene richiesto alla coppia di riorganizzare i propri spazi, sia quelli esterni che quelli interni.  Il termine crisi non deve essere visto con una connotazione negativa, ma va pensato come:

  • un’opportunità di evoluzione e crescita
  • una potenzialità di sviluppo della propria identità
  • una possibilità di ripensare alla propria posizione nel ciclo della vita

 

Come creare un nuovo equilibrio?

La consapevolezza verso l’evento della genitorialità rappresenta un momento intenso e molto faticoso per i neogenitori. Essi saranno chiamati a rispondere alla nascita di un nuovo ruolo, quello del genitore, che, inevitabilmente, porterà con sé la perdita del ruolo unico di figlio o figlia. Questo, per la coppia, potrebbe portare a squilibri e a momenti di vera e propria crisi, ai quali segue un momento di risoluzione, che conduce, nella quasi totalità dei casi, al ritrovamento di un nuovo equilibrio e ad un salto di status, da figli a genitori. Proprio per questi meccanismi complessi, entrambi i genitori andranno a rievocare ricordi e condizioni infantili che dovranno essere condivise in maniera reciproca con il partner.

Tutte le madri e tutti i padri, in base ai propri vissuti personali e psicologici, sviluppano uno stile di maternità e paternità. Il complesso sviluppo della genitorialità, si collega direttamente ad esperienze infantili, al contesto familiare e sociale e alle possibili fonti di supporto e stress.

La nascita del bambino richiama esperienze personali, vissute nella propria famiglia, rievocando ricordi e creando aspettative da parte di entrambi i genitori.

La transizione alla genitorialità è vista come un processo esistenziale che deve essere accolto ed elaborato per portare al benessere dell’adulto, alla serenità del nucleo familiare e al sano sviluppo del bambino.

Concludendo, le aspettative dei genitori sono molteplici e sono influenzate dalla società in cui vivono, dai ricordi infantili e dall’esperienza vissuta in merito alla genitorialità. Il momento di transizione verso l’acquisizione del ruolo di genitore è un momento intenso per l’essere umano che porta a sviluppare disequilibri personali e di coppia. Per questo è importante considerare la genitorialità come un processo di transizione verso progressivi e nuovi equilibri e non come uno status che giunge in automatico, con l’ingresso di una nuova vita.

La nascita del bambino segna quel momento della vita, fondamentale, durante il quale l’immaginazione e le aspettative lasciano spazio alla realtà. Si creano nuove armonie, individuali e di coppia, sulla base della crescita, dello sviluppo e della consapevolezza genitoriale. Equilibri, che diventeranno gli ingranaggi di una macchina “quasi” perfetta.

 

*Letizia Zeverino, laureata presso l’università degli studi di Milano Bicocca nel 2020. Ho intrapreso da subito la libera professione prima nella città di Bergamo e successivamente tornando nella mia città di origine Santeramo in colle (Ba). Ho concentrato il mio lavoro e mi dedico alla cura e al benessere della donna, dei neonati e della famiglia. Da ottobre 2023 sono entrata a far parte dell’equipe multidisciplinare di “Fiocchi in Ospedale” Bari.

 

Per ulteriori approfondimenti sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza consulta il blog di Save the Children.