A differenza di ciò che si crede il bambino nasce sveglio e attento, in uno stato ideale per conoscere i genitori.

Marshall Klaus, neonatologo di fama internazionale e consigliere di OMS e UNICEF, nel libro “Il primo sguardo” ci spiega quanto sia importante la relazione genitoriale sin dai primi istanti di vita del bambino. L’immediato contatto visivo e fisico del bambino con la propria madre radica il legame affettivo che farà da prototipo per tutti gli altri legami.

 

Grazie all’esperienza e alla professionalità delle colleghe dell’Associazione “Lo Scrigno” – realtà attiva nel supporto alle future e neo-mamme e papà e partner della Rete ZeroSei – per il loro prezioso contributo al tema.

 

L’importanza del legame affettivo
Il legame affettivo è un legame di qualità, fatto di presenza, vicinanza, contatto, è imprescindibile per la salute fisica e psichica di quell’essere umano che, nelle future relazioni, riprodurrà la serenità e la stabilità di quel legame.

La solidità di tale legame passa anche e soprattutto attraverso l’allattamento al seno. Il tatto è il senso attraverso il quale il neonato percepisce l’amore e la sicurezza intorno a sé.

Quando il bambino nasce, di fatto, non è maturo, ma continua a maturare tra le braccia della madre.

A differenza degli altri cuccioli di mammifero, ad esempio, i nostri piccoli quando nascono non sono in grado di camminare. Con l’evoluzione dell’uomo ed il suo passaggio dall’essere quadrupede all’essere bipede, riducendosi le dimensioni del bacino della donna, si è ridotta la durata della gestazione. Questo ha comportato una necessità per il piccolo di maggior contatto con la mamma.

La famosa “esogestazione” che termina intorno ai nove mesi, non è altro che una gestazione extrauterina, un periodo nel quale il bambino ha bisogno di sentirsi avvolto, protetto, coccolato, rassicurato.
Attraverso il contatto fisico viene favorito l’equilibrio del sistema immunitario e di quello ormonale del bambino. Non si tratta di un vizio, bensì il bambino una volta fuori dall’utero materno ha bisogno di ritrovare quel ritmo familiare che, per nove mesi, ha scandito le sue giornate. Il suo unico punto di riferimento è la mamma, che gli dà un ritmo attraverso il contatto con il suo corpo ed anche e soprattutto attraverso l’allattamento. Sarà proprio questo processo di ascolto e affidamento reciproco che farà crescere il bambino sano ed indipendente.

 

Il prezioso ruolo del papà
L’arrivo di un bambino e, di conseguenza, la nascita di una nuova famiglia comporta un importante cambiamento nella vita di una coppia.

Conoscere le esigenze del bambino, avere fiducia nelle proprie capacità, sapere di avere ciascuno un ruolo fondamentale, può aiutare i nuovi genitori a vivere con più serenità questa nuova dimensione.

I papà vivono insieme alle mamme il momento dell’attesa, aspettano di poter abbracciare il loro bambino, di poterlo coccolare e accarezzare. Non hanno, però, il supporto degli ormoni che trasformano il corpo ed hanno, spesso, bisogno di più tempo per abituarsi al cambiamento ma anche di condividere i propri stati d’animo e di essere ascoltati. Veicolare correttamente le proprie emozioni costituisce un buon aiuto per la gestione della nuova vita insieme. Partecipare, insieme alla donna, ai corsi di accompagnamento alla nascita ed informarsi adeguatamente potrà aiutarli ad avere un ruolo attivo nella gestione del neonato e a non sentirsi esclusi da un legame unico, ma che rischia di diventare esclusivo. I papà hanno un ruolo fondamentale nell’allattamento al seno. Il supporto pratico che il papà può fornire alla propria compagna è tutt’altro che irrilevante. Soprattutto all’inizio, la donna ha bisogno di sentirsi supportata e piccoli gesti di attenzione possono davvero fare la differenza.

Compito fondamentale del papà è, indubbiamente, quello di “proteggere” la sua nuova famiglia da agenti esterni; quello di recuperare il suo ruolo di maschio mammifero.

Dovrebbe fare quanto possibile per creare un clima sereno e protetto intorno al suo “nido”, facendo da filtro rispetto a visite di parenti, telefonate ed incombenze pratiche che possono pesare alla neomamma. Far riposare la mamma tra una poppata e l’altra, semplicemente tenendo in braccio il bambino, può essere di grande sollievo.

E’ probabile che i papà debbano aspettare un po’ per essere gratificati dal rapporto con il loro bambino e che i primi mesi siano piuttosto faticosi, ma la gioia di veder crescere il loro piccolo sano, equilibrato e sensibile, li ripagherà di tutti gli sforzi.

 

Il rapporto di fiducia reciproca nella coppia
L’elemento fondamentale nel nuovo equilibrio della coppia, è la fiducia reciproca.

Il papà deve dimostrare di avere fiducia nelle capacità della donna di essere madre, fiducia nelle scelte che la stessa sta operando. Altrettanto deve fare la mamma, perché è importante che il papà si senta apprezzato, si senta parte integrante delle nuove dinamiche familiari.

Il bambino ha un grande bisogno di contatto fisico e le braccia forti e protettive del papà sono confortevoli quanto quelle della mamma. Il legame tra papà e bambino, pur non passando attraverso il nutrimento, è allo stesso modo solido, duraturo e insostituibile. Il papà può tenere in braccio il suo bambino, portarlo, giocare con lui, accarezzarlo, passarci del tempo insieme ed in questo modo costruire un bellissimo legame affettivo.

Ci sono tantissimi modi per coinvolgere i papà nella cura e nella crescita del bambino, basta dare sfogo all’istinto e alla fantasia.

Un bambino che avverte rispettate le sue esigenze tanto dalla mamma, quanto dal papà è un bambino che crescerà sano, sicuro ed indipendente. Avere la certezza che i genitori risponderanno alle sue esigenze lo renderà più sereno, gli permetterà di allontanarsi con maggiore facilità dalle figure di accudimento ed aumenterà la sua autostima. Diversamente, un bambino che non vede ascoltati i suoi bisogni sarà un bambino che si abituerà alla rassegnazione, che saprà di non poter contare su nessuno. Tutto ciò con gravi effetti a medio e lungo termine sul suo sviluppo psichico ed emotivo.

È importante allora che i padri ci siano, che partecipino, che siano informati, che collaborino creativamente, che ascoltino la propria compagna, le siano accanto amorevolmente ed insieme a lei costruiscano il legame affettivo più importante per lo sviluppo del proprio bambino: quello con la mamma ed il papà.