L’esperienza della maternità è un’esperienza complessa e totalizzante che richiede grande capacità di adattamento alla nuova condizione personale e familiare da parte della mamma e del papà. Il benessere del neonato, soprattutto nei primi mesi di vita, è profondamente legato al benessere degli adulti di riferimento e alla capacità di quest’ultimi di gestire le loro emozioni e quelle del bambino.
Ne parliamo Alessia Aloi e Caterina Coloca dell’Ass.ne Mammachemamme di Cosenza, una realtà fondata da un gruppo di mamme e donne professioniste che si impegnano quotidianamente per creare un sistema di rete, servizi e progetti al fine di sostenere madri, donne e bambini. L’Ass.ne Mammachemamme è partner della Rete ZeroSei.
Il legame di attaccamento e la fase del distacco
Lo sviluppo del piccolo dipende anche dal legame di attaccamento che si crea con le figure di accudimento. Per attaccamento si intende quella particolare forma di comportamento il cui risultato sia quello di ottenere o mantenere la vicinanza, comunicare con figure preferenziali che possano fornire sostegno (Bowlby, 1989).
Il legame di attaccamento ha per il bambino una duplice valenza: garantisce la sopravvivenza e consente di individuare nella figura di attaccamento una base sicura dove sentirsi protetti, accuditi e dalla quale può allontanarsi per esplorare il mondo e farvi ritorno.
Va da sé quindi che un legame di attaccamento sicuro predisporrà in maniera più favorevole la diade madre-bambino ad affrontare il fisiologico processo di separazione.
Quello del distacco è un momento che spesso può creare disagio sia nella mamma che nel piccolo.
Quando si affaccia la necessità di lasciare il proprio bambino in un nuovo ambiente per diverse ore al giorno sono molte le domande che emergono: starà bene? Si sentirà abbandonato? Molto spesso il momento del primo distacco dal bambino, per esempio per la ripresa del lavoro,può rappresentare per la mamma un periodo molto faticoso e stressante, oltre che da un punto di vista logistico, anche e soprattutto da un punto di vista psicologico ed emotivo.
L’ansia da separazione
L’ansia da separazione è un fenomeno fisiologico: quando il bambino viene separato dalla mamma, si attiva in lui il sistema di attaccamento, volto a preservare il legame con la figura primaria di accudimento. Tale reazione, che si manifesta con pianti talora disperati e tentativi di mantenere la prossimità con la figura di riferimento, ha una funzione adattiva e serve al bambino a scopi di sopravvivenza. Eppure, quella del distacco è una fase che bambini e genitori sono chiamati a vivere e superare per esigenze di crescita e sviluppo.
Non ci sono formule magiche che consentano di affrontare al meglio il distacco, ogni mamma e piccolo trovano un modo che sia più utile per loro.
A tal proposito è possibile mettere in atto degli accorgimenti:
• in quanto “regolatore emotivo” del proprio bambino, è importante che la mamma si conceda uno spazio e un tempo per comprendere le emozioni che può vivere in relazione a questo evento, al fine di trasmettere quanta più sicurezza possibile;
• anche quando sono molto piccoli, occorre dire la verità e raccontare quello che sta per avvenire (ad esempio la mamma va al lavoro e starà per un po’ con la nonna/tata o al nido);
• potrebbe essere utile lasciare al piccolo uno oggetto della mamma, che abbia il suo odore;
• evitare, se possibile, che il distacco avvenga quando sono in atto altri cambiamenti.
Per acquisite ulteriori informazioni collegati al blog di Save the Children Italia, uno spazio di approfondimento tematico dedicato alle famiglie e non solo