Il 17 novembre si celebra la “Giornata Mondiale del Prematuro” che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e della malattia nei neonati, per dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti. Approfondiamo l’argomento con il contributo di Brunella Cozzolino e Daniela Palmisano, rispettivamente coordinatrice e educatrice perinatale del progetto Fiocchi In Ospedale presso l’Ospedale A. Cardarelli di Napoli.

 

Ogni anno nascono in Italia circa 24.000 bambini prima della 37° settimana di gestazione (Fonte: Cedap 2022). Nonostante siano stati compiuti importanti progressi dal punto di vista medico e assistenziale, è necessario lavorare ancora molto sul ruolo terapeutico del contatto con i genitori, fin dalle primissime ore di vita del neonato. La nascita di un bambino prematuro può suscitare nei genitori la sensazione che si sia interrotto il loro sogno di creare una famiglia facendo nascere in loro sentimenti come delusione, senso di colpa, rabbia, ma soprattutto paura, smarrimento, dolore.

Grazie alla nostra esperienza decennale con il progetto Fiocchi in Ospedale, realizzato dall’ Associazione Pianoterra ETS presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, sappiamo quanto sia importante accompagnare le mamme e i papà dei neonati prematuri ed incoraggiarli e supportarli, sia emotivamente che praticamente, alla scoperta di quel corpo così piccolo e indifeso e a prendersene cura.

“Sostenere la vicinanza dei genitori al neonato” come affermato dal prof. Fabio Mosca, Presidente della SIN, Società Italiana di Neonatologia, “significa riconoscerne il ruolo non di visitatori, ma di capacità curante. Con un coinvolgimento precoce della famiglia si rafforzano quelle connessioni emotive fondamentali per lo sviluppo neuro cognitivo del bambino e si determinano effetti positivi sull’esito della salute neuro-comportamentale a distanza.”

In che cosa si traduce nella pratica la capacità curante dei genitori?

Favorendo innanzitutto il coinvolgimento attivo dei genitori nell’assistenza ai bambini nati pretermine attraverso il contatto pelle a pelle e l’allattamento al seno che è parte fondamentale della cura, con benefici sul piano psicofisico per i genitori e di quello di un sano sviluppo del neonato.

Anche raccogliere il colostro a partire dalle prime ore dopo il parto è importantissimo ed è per questo motivo che noi operatrici di Fiocchi in Ospedale, in collaborazione con il reparto della T.I. N., Terapia Intensiva Neonatale, dell’ Ospedale Cardarelli diretto dalla dott.ssa Maria Gabriella De Luca, forniamo supporto pratico e consulenze per l’estrazione e la raccolta del latte materno.

“Il latte di mamma è quella medicina che non è possibile acquistare in nessuna farmacia” dicono spesso i neonatologi, perché proprio quelle poche gocce sono ricche di anticorpi e nutrienti, molto utili al neonato. Una mamma, infatti, che si tira il latte per portarlo ogni giorno al suo bambino, sente così di essere utile per il proprio bambino e, al tempo stesso, gratificata perché sa di poter fare qualcosa di positivo e insostituibile per lui.

Anche il coinvolgimento attivo del papà gioca un ruolo fondamentale: un papà può massaggiare la sua compagna durante l’estrazione del latte con il tiralatte o durante l’allattamento al seno; la incoraggia nei momenti di difficoltà e ne accoglie i bisogni; la gratifica per lo straordinario lavoro che sta svolgendo.

In conclusione: diventare genitori richiede sempre nuovi apprendimenti e adattamenti. Nel caso di “genitori prematuri” la sfida è ancor maggiore ed è necessario il supporto di una ampia e stabile rete – familiare, ospedaliera e sociale -, che fornisca sostegno materiale ed emotivo alla coppia. Per un bambino prematuro i suoi genitori sono come “farmaci naturali”: prendersi cura di loro significa quindi prendersi cura anche del loro bambino.

 

Per ulteriori approfondimenti sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza consulta il blog di Save the Children.