Quando nasce un bambino nascono anche una madre ed un padre.

Ogni nascita porta con sé potenza, magia, emozione, ma anche tanti aspetti pratici a cui in primis i neogenitori sono chiamati a far fronte. Il neonato e l’allattamento, il suo nutrimento e la cura di questo nuovo essere sono ciò che più impegna i genitori sin dai primi momenti di vita del bambino.

Abbiamo raccolto la testimonianza di Silvia Baldini, Presidente dell’A.P.S. Mitades e partner della Rete ZeroSei, che da neo mamma ci racconta come è stato possibile per lei affidarsi e fidarsi al proprio istinto nel prendersi cura del suo bambino.

 

A volte mettiamo troppa attenzione e testa a ciò che istintivamente gli animali, e l’uomo con loro, fanno da sempre: accudire i loro piccoli, mettersi a disposizione, ascoltare il proprio corpo e fidarsi/affidarsi.

La natura sa cosa è necessario, il neonato è tutto istinto, corpo, sintonizzarsi con lui a questo livello può – ritengo – facilitare la reciproca comprensione e il reciproco adattamento”.

 

L’allattamento. Un atto di fiducia verso il proprio corpo

Quando è nato mio figlio ho faticato ad avviare l’allattamento: non sempre, non per forza, le cose sono semplici e automatiche, ma con il supporto di un’ostetrica del Consultorio vicino casa (importante chiedere, farsi aiutare e sostenere nelle prime settimane!), sono riuscita a credere in me stessa, nelle capacità e potenzialità del mio corpo e in quelle del mio bambino. Dopo più di un mese, passato tra tiralatte e piccole aggiunte di latte artificiale, mi sono fidata che il mio seno, il mio latte poteva bastare per la crescita regolare di mio figlio e ho lasciato definitivamente la seppur piccola aggiunta di latte artificiale che ci accompagnava sin dalle dimissioni dall’ospedale. Filippo si è attaccato sempre più con forza e determinazione al mio seno e con sempre maggiore soddisfazione, per lui e per me, siamo riusciti a proseguire con il solo latte materno.
Non è tanto importante la questione latte materno o artificiale: sin da subito, io quarantenne al primo figlio, mi sono detta che ciò che non sarebbe venuto facile per me o per Filippo, ciò che avrebbe pesato troppo su di noi e la nostra relazione, lo avrei tranquillamente modificato con altro più adatto a noi in quel momento. Ma altrettanto credere nella parte più istintiva e fisiologica del nostro essere e dare il tempo ai corpi per adattarsi e trovarsi reciprocamente è stata una delle cose che più mi ha dato soddisfazione e mi sento di consigliare ai neogenitori di provare a fidarsi di sé e del proprio corpo.

 

Spazio alla corporeità e ai pensieri

Del resto anche il mio lavoro, di pedagogista e psicomotricista, mi aiuta a ricordare ogni giorno che siamo corpo e mente, che siamo tutt’uno, che dare spazio alla corporeità apre spazio alle emozioni che nel corpo si veicolano e che attraverso il corpo si fanno pensiero. Non si può esulare dal tocco, dal contatto, dalla vicinanza pelle a pelle con il proprio figlio e questo vale anche per i neopapà che persino nelle prime ore di vita di un bambino possono essere i protagonisti del contatto “skin-to-skin”, cosi come si chiama in ambiente ospedaliero il periodo di 2 ore post-partum in cui è consigliato, secondo indicazioni OMS, tenere il neonato a contatto con la pelle della madre o, se impossibilitata – ad esempio per un parto cesareo, del padre.

Un consiglio: informatevi sempre su ciò che il vostro ospedale offre ai genitori prima, durante e dopo il parto attraverso le Carte del parto scaricabili dai siti degli ospedali.

 

Il migliore strumento di apprendimento: il gioco!

E allora altro consiglio per genitori di bambine e bambini 0/3 anni è lasciare spazio al gioco perché è questo il mezzo, per antonomasia, per apprendere. Il gioco, soprattutto nei primi anni di vita, è da intendersi come tutto ciò che al bambino si presenta in maniera adeguata e possibile all’esplorazione. Non deve per forza trattarsi di un giocattolo ma anzi un qualunque oggetto di uso quotidiano può essere sin dai primi mesi centro di attenzione, scoperta e gioco che stimola nel bambino i sensi, la manualità, la curiosità (un consiglio pratico: andate a curiosare e scoprire cosa sia il Cestino dei Tesori di Elinor Goldschmied e come usarlo).

Lasciare che nei primi 3 anni di vita – ma anche dopo – l’esplorazione sia libera e continua, all’interno di contesti di sicurezza, è secondo me l’unico vero importante compito del genitore durante il gioco del bambino: garantirgli sicurezza senza dover porre troppi limiti, creare attorno al bambino contesti quanto più adatti al libero movimento e alla libera esplorazione, permettere al bambino di sperimentare da sé tutti i possibili usi e trasformazioni degli oggetti e dell’ambiente attorno a sé e rinforza la percezione di efficacia e competenza che il bambino ha di sé.

 

Per acquisite ulteriori informazioni collegati al blog di Save the Children Italia, uno spazio di approfondimento tematico dedicato alle famiglie e non solo