Sempre più spesso l’uso delle tecnologie digitali da parte di bambini e bambine in fascia d’età 0-6 anni richiamano la nostra attenzione. Tempi sempre più lunghi di esposizione a schermi di ogni grandezza che generano disturbi e dipendenze.

 

Ringraziamo Brunella Grego, dell’Unità di Sistemi di Tutela di Save the Children Italia,per il suo contributo.

 

Giovani e tecnologie digitali: opportunità e rischi

Le tecnologie digitali sono parte integrante della vita di bambini, bambine e adolescenti, quali strumenti irrinunciabili di comunicazione, relazione e apprendimento. In quanto tali, soddisfano bisogni fondamentali, offrono opportunità di crescita e partecipazione e possono assicurare il godimento dei loro diritti, sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia (CRC). La crisi determinata dalla pandemia da Covid-19 ne ha ampliato l’uso ed ha abbassato ulteriormente la fascia d’età di chi accede alle tecnologie digitali, rafforzando una tendenza già in atto negli ultimi anni e che ci richiede molta attenzione. Alla frequentazione degli ambienti online infatti è associato anche l’esposizione a rischi relativi a contenuti inappropriati o dannosi (sia in riferimento all’età, sia in riferimento all’esposizione a messaggi violenti), contatti indesiderati o pericolosi, comportamenti che configurano forme di vulnerabilità, violenza, abuso e maltrattamento.

Bambini, bambine e adolescenti hanno quindi bisogno della guida di adulti di riferimento, che li proteggano da piccoli e che man mano li sostengano nel comprendere gli ambienti digitali, nel riconoscimento e nella gestione delle proprie emozioni, nello sviluppo di progressiva autonomia, responsabilità e senso critico, tutto questo considerando che la loro vita, come la nostra, è anche “online”. Non è infatti più utile ragionare in termini di distinzione tra vita “offline” e vita “online” se si vogliono comprendere i cambiamenti che stiamo vivendo, anche a ragione dell’età precoce dell’accesso ad ambienti digitali, e dell’integrazione delle nostre esperienze con l’uso e la presenza di tecnologia (smartphone, tablet, smart tv, assistenti vocali (“smart speaker”), videogiochi): “onlife” (Luciano Floridi, 2013) è un neologismo coniato appunto per descrivere questa nostra nuova dimensione dell’esistenza.

 

L’età giusta

Quali sono gli aspetti da considerare se pensiamo all’impatto sui bambini e sulle bambine dell’immersione nell’innovazione digitale?

La prima riflessione riguarda il modo in cui sono disegnati gli oggetti e gli ambienti digitali: la tecnologia intuitiva e alcune caratteristiche come ad esempio gli schermi touch screen infatti attraggono molto bambini e bambine e soddisfano la loro curiosità: con un solo gesto del dito si riesce ad accedere a schermi, immagini, video, suoni. Ogni caratteristica, ogni colore, ogni suono dei dispositivi tecnologici è stato attentamente pensato da team di designer e psicologi per tenerci “agganciati” (e questo vale anche per gli adulti). Per questo l’accompagnamento al mondo tecnologico deve essere supervisionata da adulti consapevoli e attenti.

Qual è l’età giusta per cominciare ad usare i dispositivi digitali? Ci sono delle implicazioni dal punto di vista della salute per la “mente assorbente” (Montessori) della prima infanzia? Dal punto di vista degli studi e delle indicazioni della comunità scientifica, ci sono indicazioni sull’esposizione generica alle tecnologie digitali, ma non tutti concordano in merito agli effetti sul benessere psico-fisico, che non sono univoci, dipendono da molti fattori e possono esser sia di segno positivo sia di segno negativo. E’ però innegabile che occorre valutare e considerare i rischi per la salute in una fascia d’età come quella dei primi 1000 giorni in termini di vulnerabilità e delicatezza per quanto riguarda lo sviluppo celebrale.

Le raccomandazioni ufficiali della Società Italiana di Pediatria (SIP) sull’uso dei media device (cellulare, smartphone, tablet, pc ecc.) nei bambini da 0 a 8 anni di età tengono in considerazione sia gli effetti positivi sia quelli negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini e delle bambine: la tecnologia non va rifiutata, al contrario va utilizzata al meglio, ad esempio evitando l’uso degli smartphone per calmare o distrarre.

Le raccomandazioni consigliano fortemente l’uso accompagnato di app di qualità (ad es. giochi educativi) ma indicano anche dei tempi per l’esposizione ai device in relazione all’età e allo sviluppo dei più piccoli. E’ sconsigliato esporre a smartphone e tablet prima dei due anni, durante i pasti e prima di andare a dormire, anche perché spesso si tratta di una esposizione in cui il tablet o il cellulare dovrebbe svolgere la funzione di calmare o zittire l’espressione dei bisogni. E’ preferibile limitare l’uso di questi dispositivi a massimo 1 ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni; 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni.

Secondo una ricerca del Centro per la Salute del Bambino onlus e dall’Associazione Culturale Pediatri (2018) 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori, il 30% dei genitori usa lo smartphone per calmare i più piccoli già durante il primo anno di vita e il 70% dal secondo anno. E uno dei motivi per cui bambini e bambine chiedono precocemente il cellulare del genitore è anche questo: fa parte dell’ambiente “on-life” di relazione.

 

Fanno bene o fanno male?

Le tecnologie digitali non rappresentano di per sé un rischio per lo sviluppo ma il loro uso va modulato in base all’età e fortemente accompagnato dalla presenza dell’adulto e da scelte consapevoli sull’uso e sull’esposizione agli schermi. Man mano che bambini e bambine crescono, aumentano anche, potenzialmente, i fattori positivi derivanti dal loro uso: possono infatti contribuire allo sviluppo di abilità, migliorare la coordinazione oculo-motoria, il riconoscimento di suoni e immagini, la creatività. Possono contribuire a sviluppare il problem solving (capacità di risolvere i problemi in scenari diversi), pensiamo ad esempio ai videogiochi, il cui uso che può, in date condizioni, avere anche effetti benefici nella gestione dell’ansia e dello stress. Naturalmente si tratta di un utilizzo che soprattutto nella fascia d’età 0-6 anni deve essere minimo e non esclusivo, e va sempre integrato con attività che supportino lo sviluppo dell’intelligenza senso-motoria attraverso la sperimentazione dei cinque sensi e con attività non mediate da schermi.

Inoltre, se utilizzati per molte ore, potrebbero manifestarsi alcuni disturbi di salute legati all’eccessivo stress, ai disturbi del sonno (pensiamo all’effetto della luce blu), a manifestazioni di ansia e nervosismo, per cui il tempo di esposizione, oltre che la qualità della app utilizzate, sono elementi da presidiare e su cui esercitare il proprio ruolo educativo, a qualsiasi età.

 

Il ruolo educativo degli adulti

Per esercitare il proprio ruolo educativo occorre attivare tutte le risorse possibili, compresi i sistemi di “parental control” (o “filtro famiglia”) usati per operare scelte su (o monitorare) contenuti, ambienti digitali, azioni, tempi a cui possono avere accesso i propri figli. Sono una risorsa indispensabile nella fascia d’età 0-6 anni, nella consapevolezza che ci stiamo riferendo a strumenti flessibili che permettono di passare da un estremo a un minimo controllo a seconda delle impostazioni che scegliamo, è fondamentale che vengano sempre utilizzati in un ambito di dialogo e ascolto dei propri figli (e negoziazione con i più grandi) e devono essere adeguati all’età e al grado di autonomia specifica dei propri figli.

 

Infine, ricordiamolo, i bambini e le bambine imparano dal nostro esempio: se ci aspettiamo che i figli imparino ad utilizzare consapevolmente la tecnologia, è importante che vedano fare lo stesso agli adulti e questo richiede grande attenzione e costante conoscenza degli strumenti che entrano nella relazione tra adulti e bambini e bambine.

 

Per acquisite maggiori informazioni puoi collegarti anche al blog di Save the Children Italia, uno spazio di approfondimento tematico dedicato alle famiglie e non solo.