Se nel corso del 2020 la pandemia e la crisi sanitaria, economica e sociale che ne è derivata, hanno costretto i cittadini di tutti i paesi del mondo ad arrestare la loro corsa, questo non è valso per le migliaia di persone, molte delle quali minori e donne in gravidanza, che non hanno smesso di attraversare il mediterraneo verso un futuro migliore.

 

Ringraziamo Niccolò Gargaglia, del Dipartimento di Protezione di Save the Children Italia, per aver scattato per noi una fotografia del contesto italiano tra sbarchi e accoglienze.

 

Le rotte migratorie italiane
Nonostante i molteplici cambiamenti di contesto intercorsi a livello nazionale e cambiamenti di scenario geopolitico dell’area nordafricana intercorsi tra il 2018 e il 2020, la rotta migratoria del Mediterraneo Centrale continua ad essere una delle più battute da persone che migrano ma anche una delle più pericolose e mortali soprattutto per coloro che sono più vulnerabili come bambini e adolescenti soli e donne in stato di gravidanza. Secondo i dati dell’UNHCR nel corso del 2020 almeno 94.950 persone hanno intrapreso questa rotta e si stimano 1.116 deceduti e dispersi.

A questa rotta si è aggiunta, in maniera considerevole per numero di persone che la percorrono, la c.d. Rotta Balcanica recentemente nota alle cronache anche per la violenza dei respingimenti attuati dalle polizie di alcuni Paesi dell’area e le gravi condizioni di accoglienza rese ancor più complicate dalle rigide condizioni invernali.

Queste due principali rotte migratorie portano alle nostre coste meridionali e ai valichi di confine settentrionali (in particolare Trieste, Udine e Ventimiglia) bambini, adolescenti e famiglie in fuga e per i quali spesso l’Italia è solamente un nuovo e ulteriore confine da superare per continuare il viaggio verso la destinazione finale.

Il viaggio può durare anni e affrontare innumerevoli pericoli e scenari di violenza generalizzata subita e/o assistita. In tale contesto i bambini, in particolare coloro che viaggiano soli senza genitori e adulti di riferimento (c.d. minori stranieri non accompagnati), sono i più esposti, per questa loro condizione ad abusi, violenze, maltrattamenti e sfruttamento.

 

I dati del 2020
Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel corso del 2020 sono sbarcati in Italia 34.154 migranti. Tra loro, 4.687 sono i minorenni che sono arrivati soli, senza i propri familiari e privi di punti di riferimento.

Una volta giunti nel nostro Paese, dopo la procedura di identificazione, vengono collocati nel sistema di protezione e accoglienza nazionale, ma non sempre ricevono un supporto ed un’assistenza dedicata e adeguata ai loro bisogni. La maggioranza dei minori stranieri non accompagnati risiede nelle strutture della Sicilia (29% circa – Fonte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), restando in attesa di definire il proprio progetto migratorio e di vita. Tuttavia, i tempi potenzialmente prolungati dell’accoglienza spingono alcuni di loro a perdere la fiducia nel sistema e ad allontanarsi volontariamente dai luoghi dell’accoglienza, al fine di trovare risposte più veloci alle loro grandi aspettative. In alcuni casi tentano di raggiungere i propri parenti che vivono in altri paesi europei, quali Germania, Regno Unito, Francia e Olanda. La maggior parte cerca di raggiungere le grandi città, come Roma, Milano e Torino.

Uscendo dalla rete istituzionale dell’accoglienza, i minori, a causa della loro condizione di particolare vulnerabilità, sono esposti a numerosi rischi quali lo sfruttamento, la devianza e l’abuso. Il sistema nazionale di accoglienza risulta essere spesso non in grado di attivare veri percorsi di inclusione sociale ed integrazione per i minori e i neo maggiorenni nonché di rispondere in maniera puntale ai loro bisogni specifici.

Non sono invece disponibili dati “ufficiali” relativi al flusso in ingresso (ma anche in uscita) in Italia presso i valichi di confine terrestre dell’area nord-orientale (Trieste), nord-occidentale (Ventimiglia) e nord (Oulx e Bardonecchia).
Questo dettaglio segna una differenza sostanziale rispetto alla risposta dell’attuale sistema di protezione per minori soli e famiglie con bambini in questi diversi territori; l’area del nord è caratterizzata da un elevato transito dunque minori e adulti tendono a proseguire velocemente il loro viaggio verso altre Paesi Europei e dove al momento risulta carente – in alcuni casi totalmente assente – il sistema dell’accoglienza reso ulteriormente complicato anche dalla forte volontà della popolazione migrante di non voler usufruire di strutture di accoglienza formali per paura di non poter poi continuare il viaggio. Le condizioni igienico-sanitarie dei minori e delle famiglie in arrivo dalla rotta Balcanica sono spesso molto gravi e il freddo invernale porta le persone allo stremo dovendo percorrere lunghi tragitti a piedi senza un abbigliamento ed equipaggiamento adeguati.

 

L’intervento di Save the Children in frontiera
Save the Children Italia interviene nelle principale aree di frontiera e di arrivo via mare dal 2008 con staff specializzato composto da esperti legali, mediatori culturali, educatori e psicologi che forniscono:
immediata assistenza e supporto ai minori migranti soli e a minori con le loro famiglie attraverso un orientamento legale child-friendly;
mediazione culturale e supporto psicologico in casi di trauma e naufragio;
supporto alle Autorità durante le procedure di identificazione delle vulnerabilità;
interventi di capacity building verso attori istituzionali e non a livello locale e formazione ad operatori che operano nell’accoglienza;
attività e percorsi partecipativi per minori al fine di tutelare e promuovere il loro diritto ad essere ascoltati e a partecipare nelle questioni che li riguardano;
gestione e presa in carico di casi vulnerabili.

Nel corso degli anni il nostro intervento si è ampliato e specializzato seguendo costantemente le modifiche dei flussi migratori e dei bisogni specifici dei bambini e degli adolescenti.

Nel 2020, nonostante il lockdown imposto dal Governo per limitare la diffusione del virus Covid-19, i team mobili di Save the Children composti da un esperto legale ed un mediatore culturale, hanno continuato ad intervenire ed operare per fornire orientamento legale, anche sulle regole Covid-19, a minori stranieri non accompagnati e famiglie in arrivo via mare, presso l’area di confine a Ventimiglia, nelle strutture di accoglienza nonché garantendo presenza sull’isola di Lampedusa la quale, nell’estate 2020, è stata oggetto di numerosi arrivi di persone dalla Tunisia.

Tra il 1°gennaio ed il 31 dicembre 2020, i team di Save the Children hanno supportato con attività di orientamento legale, mediazione culturale, outreach, colloqui individuali e referral 2.025 minori stranieri non accompagnati (MSNA) fra 12 e 17 anni, soprattutto maschi, in arrivo da Tunisia, Bangladesh, Sudan, Somalia, Guinea, Costa d’Avorio, Eritrea e Afghanistan, 269 nuclei familiari, 469 minori accompagnati, fra 0 e 17 anni principalmente provenienti da Tunisia, Libia, Somalia, Marocco e Costa d’Avorio, Nigeria, Siria e 52 neomaggiorenni.

 

Ultime notizie. Febbraio 2021
Ad oggi, febbraio 2021, i team di Protezione continuano ad operare in Sicilia, con missioni constanti sull’isola di Lampedusa e a Ventimiglia.

In quest’ultima zona di frontiera e di transito stiamo realizzando interventi di outreach su strada e nei principali luoghi di aggregazione informali per raggiungere minori soli e famiglie con bambini in transito fornendo loro orientamento e informativa child-friendly su servizi e opportunità garantite dal sistema di protezione locale nonché sui rischi legati all’attraversamento del confine.

Nell’ambito di tale intervento abbiamo iniziato a distribuire da gennaio 2021 dei kit contenenti materiali per affrontare le rigide condizioni invernali e la condizione di vita “su strada”. Ad integrazione di questa risposta finalizzata alla riduzione dei rischi, stiamo predisponendo grazie alla collaborazione di associazioni locali, l’attivazione di uno spazio notturno che possa dare accoglienza a minori soli in transito e toglierli dalla strada in orario notturno e dal freddo stagionale.