Le bambine e i bambini con disabilità sono discriminati. Lo raccontano le loro famiglie, lo
testimoniano i dati, lo denunciano le organizzazioni di settore, lo confermano le figure di
garanzia. Non basta prendere atto della situazione, è necessario agire.
Una questione di diritti. Che riguarda tutte e tutti noi, ora.
Questa forte affermazione ha dato avvio, ormai più di 2 anni fa, ad un seminario di grande rilievo organizzato dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), nell’ambito del progetto Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica. Azioni e strumenti innovativi per riconoscere e contrastare le discriminazioni multiple.
La Nostra Comunità, associazione milanese partner della rete Zero-Sei di Save the Children, ha aderito e partecipato a questo percorso, con l’obiettivo di portare la sua esperienza nel gruppo di lavoro e ha contribuito alla stesura di un manifesto d’azione per combattere la discriminazione nei confronti dei bambini e delle bambine con disabilità.
Contro la discriminazione nel gioco delle bambine e dei bambini con disabilità: un manifesto partecipato
Il manifesto ha preso il via mettendo al centro un gesto semplice, spontaneo e naturale per i più piccoli, il gioco, gesto che a molti bambini e bambine con disabilità continua ad essere negato.
La discriminazione nel gioco – si legge nel manifesto – nasce dalla mancanza di precise condizioni ambientali che sono
necessarie per facilitare la possibilità per bambine e bambini con disabilità di giocare:
- Sopravvivenza di pregiudizi e stigma culturali e sociali (la disabilità nell’infanzia è concepita
come una condizione che necessita primariamente di riabilitazione) - Carenza di luoghi all’aperto e al chiuso che siano accessibili e fruibili a tutti (mancano
progettazioni inclusive, interventi strutturali che tengano conto delle specifiche esigenze o
accomodamenti ragionevoli ecc.) - Diffusione (anche mediatica) di progetti che garantiscono l’accessibilità ad alcune condizioni
di disabilità e non ad altre (focus sulle disabilità motoria a discapito di quelle intellettive o di
quelle complesse) - Confusione tra l’attività ludica e l’attività sportiva
- Sottovalutazione da parte della famiglia, dei servizi e della scuola dei rischi legati
all’impossibilità o alla limitatezza del gioco nell’età evolutiva - Carenza di formazione specifica degli operatori nell’ambito sanitario, educativo e scolastico
- Carenza di disponibilità di giochi adatti e adattati
- Carenza di risorse e investimenti nell’infanzia
- Carenza di politiche culturali e di sensibilizzazione
- Carenza di diffusione di buone prassi che mostrino come in diversi contesti il gioco per tutte
e tutti sia possibile.
Basti pensare agli spazi pubblici, quali giardini e/o parchi, che ancora in molte città del nostro paese non sono attrezzati con giochi accessibili e fruibili da tutti i minori; oppure alle biblioteche che non hanno la fornitura di libri di fiabe e/o giochi adatti ed adattati per piccoli che necessitano di sostegni quali la comunicazione aumentativa per poter godere delle stesse opportunità ludiche e di socialità dei propri pari.
Questi sono solo due esempi di storie di vita quotidiana di cui sono spesso testimoni gli educatori de La Nostra Comunità che ogni giorno si occupano di inclusione fin dai primi anni di vita di bambini e bambine; professionisti che per la natura del loro lavoro si mettono in ascolto per trovare una saldatura tra il mondo dei diritti e le buone pratiche.
Dal manifesto all’impegno sul territorio: l’esperienza de La nostra Comunità
“I risultati- dicono gli educatori dell’associazione – arrivano quando si riesce a lavorare insieme ad altri, come è accaduto nel caso di “GIOCO AL CENTRO”, un progetto che ha portato all’attenzione dell’amministrazione comunale di Milano la realizzazione di un parco giochi inclusivo almeno in un quartiere per ogni Municipio della città.
Gioco al Centro – Parchi Gioco per Tutti è un progetto speciale della Fondazione di Comunità Milano che ha individuato nei bisogni dei bambini e nella disabilità una priorità d’interesse generale.
La progettazione di ciascun parco si basa su criteri ludici e ergonomici che assicurano l’accessibilità ai bambini con diverse disabilità (motoria, intellettiva, visiva) per favorire il gioco condiviso.
“La bellezza di questo progetto che – aggiungono gli educatori de La Nostra Comunità- speriamo possa sensibilizzare altri Comuni – non riguarda solo la riqualificazione dello spazio gioco con attrezzature accessibili e studiate per agire quell’accomodamento ragionevole che permette ad ogni minore con disabilità anche multiple di giocare, ma parla alla cittadinanza di ciò che è possibile fare se si agisce una partecipazione autentica ed inclusiva, se si modifica l’atteggiamento e ci si prodiga in primis come comunità educante per garantire a tutti i bambini e le bambine luoghi sicuri, animati e mai discriminanti”.
“La bellezza della cura educativa – concludono – risiede più che nelle parole, nelle esperienze di socialità e di accoglienza capaci, nelle azioni, di eliminare quelle barriere culturali che ancora producono distanze e discriminazioni”.
Articolo a cura di Elena Dottore, presidente Associazione La Nostra Comunità Milano
Per ulteriori approfondimenti sulla tutela dei minori consulta il blog di Save the Children Italia.