Quando il tribunale o i servizi sociali di un determinato territorio stabiliscono che una mamma e i suoi figli/figlie devono allontanarsi dal proprio contesto di appartenenza, inizia per loro un nuovo percorso di vita, di certo non facile, ma finalizzato nel tempo a restituire autonomia e serenità. A semplificare questo percorso sono spesso gli operatori delle comunità residenziali in cui il nucleo familiare viene accolto. Lucia Baldoni, coordinatrice della comunità Il Girasole di Piombini-Sensini Onlus, associazione maceratese aderente alla Rete Zero-Sei di Save the Children, ci racconta la loro esperienza.

La comunità socio-educativa residenziale Il Girasole, dell’Associazione Piombini-Sensini onlus di Macerata, è destinata a mamme con bambini e bambine (0-6 anni) che debbono essere allontanati – secondo quanto disposto dall’Autorità Giudiziaria o dai Servizi Sociali Territoriali – dal proprio contesto di vita. La comunità, oltre a rappresentare un luogo di protezione per i minori, è anche il contesto in cui accogliere e sostenere la dimensione femminile della mamma, accompagnare e supportare la genitorialità andando a definire il percorso verso una autonomia esistenziale per la donna, in un processo di interazione ed inserimento con il tessuto sociale del territorio.

L’equipe educativa orienta il proprio lavoro attraverso una cornice teorica offerta dalla psicologia sistemico-relazionale nella quale si inseriscono strategie maturate dall’ascolto attivo ed empatico. La quotidianità, con i suoi riti e ritmi, rappresenta l’intelaiatura privilegiata attraverso cui si creano relazioni e prassi che offrono un supporto ai bisogni evolutivi dei bambini e delle bambine e alla riflessività della mamma.

 

Il lavoro con mamma e bambini: accogliere il nucleo e individuarne i bisogni

L’attività educativa si snoda attraverso le seguenti modalità:

  • Osservazione sistematica e sistemica: come strumento di dialogo e di narrazione delle fasi e dei passaggi più significativi della giornata e delle tappe evolutive dei bambini e delle bambine;
  • Raccolta ed elaborazione dei desideri e dei bisogni del singolo e dei nuclei familiari inerenti al presente e, soprattutto, alla costruzione del futuro;
  • Elaborazione partecipata di un Progetto Educativo del Nucleo nel quale viene definita la finalità del percorso di permanenza in comunità;
  • Verifica e monitoraggio costante del processo di attuazione degli obiettivi e dei passaggi evolutivi contenuti nel Progetto Educativo del Nucleo.

Passaggio cruciale nella prassi educativa della comunità è l’ingresso della mamma con i suoi bambini e bambine.

Attraversato il portone di vetro entrano nelle mura delle nostre comunità: sono due o più persone legate da vincoli di sangue, intrecciate da una storia in cui il dolore ha parlato con un volume troppo alto, in spezzoni di vita troppo ravvicinati. Una stanza dell’appartamento dedicato alle mamme e ai loro bambini e bambine è stata preparata: pulita, ordinata e – soprattutto – è stata resa capace di accogliere le poche o tante cose che questa nuova famiglia ha potuto portare con sé. Le educatrici, con il supporto delle persone già presenti in comunità, hanno realizzato un cartellone di benvenuto. Un cartellone colorato che ha il delicato compito di far sentire pensate le persone appena giunte in questa terra di mezzo tra un prima e un qualcos’altro di cui si ignora ancora l’esistenza. Un cartellone colorato che rappresenta, per ciascuna educatrice della comunità, il segno tangibile di una nuova partenza, della presenza di un nuovo sistema vivente familiare di cui prendersi cura, da avvicinare con lentezza ed attenzione.

Quest’ultima è rivolta ad osservare quale buona distanza mantenere con la mamma e i suoi figli, quali bisogni (in primis materiali) si possono intercettare senza divenire invadenti.

Attenzione ed osservazione andranno rivolte al linguaggio comunicativo privilegiato dalla madre e dai suoi figli, così da coglierne i suoni, gli spazi, il profumo, la potenza e le fragilità. Ad esse va riconosciuto il tempo di mostrarsi, per essere narrate e condivise con le educatrici, affinché proprio le fragilità diventino il ponte per attraversare la Terra di Mezzo e giungere alla Terra della Speranza.

 

Per acquisire ulteriori informazioni visita il blog di Save the Children Italia, uno spazio di approfondimento tematico sui diritti di bambini e bambine e sulla genitorialità