Sono trascorsi ormai cinque anni da quando il Parlamento europeo ha proposto l’adozione di una Child Guarantee per assicurare a tutti i minori a rischio di povertà ed esclusione sociale in Europa l’accesso alla sanità gratuita, ad un sistema educativo pubblico di qualità, compreso quello per la fascia 0-6 anni, alloggio e cibo adeguati.

La crisi sanitaria ed economica che ha colpito il nostro paese, aggravata negli ultimi mesi dagli effetti della pandemia da covid-19, unita alle opportunità derivanti dai programmi nazionali connessi al piano “Next generation EU” e ai significativi investimenti ad esso correlati, ci suggerisce la necessità di trasformare, nel minore tempo possibile, questo principio costitutivo dell’identità politica e culturale europea, in azioni concrete che possano contribuire al superamento delle diseguaglianze culturali, economiche e sociali per ciascun bambino e bambina sin dalla nascita.

Nei contesti periferici italiani, dove l’emergenza sanitaria ha contribuito a generare e in alcuni casi a rafforzare prepotentemente l’emergenza socio-economica, le conseguenze della crisi sui bambini sono visibili. E il numero di minori in povertà assoluta cresce, più di un milione già prima del Covid-19, con il rischio sempre maggiore di abbandono precoce della scuola.

Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, racconta a VITA le proposte lanciate dalla sua associazione per il Next Generation EU partendo proprio dai più piccoli, i grandi dimenticati di questa crisi.

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