Curare adeguatamente la lettura, sin dalla primissima infanzia, permette ai genitori di offrire ai loro figli e alle loro figlie stimoli importanti nel percorso di sviluppo emotivo, sensoriale, cognitivo. La scelta di quale libro leggere rappresenta, sin dalla nascita, un potentissimo strumento di contrasto delle disuguaglianze e degli stereotipi.

Abbiamo chiesto all’associazione Scosse, un’interessante realtà che si propone di diffondere l’educazione al rispetto delle differenze e alla decostruzione degli stereotipi già dalla primissima in-fanzia, di presentarci il progetto “Leggere senza stereotipi”.
Un’iniziativa nata nel 2012 con lo scopo di creare un osservatorio sull’editoria di qualità rivolta a bambine e bambini e costruire una selezione bibliografica in continuo aggiornamento, una sorta di catalogo ragionato che proponga un immaginario libero da stereotipi di genere e non solo.
Grazie ad Elena e Giovanna, formatrici dell’associazione, per il loro interessante contributo.

 

Stereotipi, controstereotipi e la rappresentazione dell’infanzia: strumenti per una decostru-zione.
Per raccontare cosa sono gli stereotipi di genere vogliamo partire da una pratica di decostruzione: Leggere senza stereotipi (http://www.scosse.org/leggere-senza-stereotipi/) progetto nato nel 2012, un lavoro sistematico di analisi delle rappresentazioni di ruoli, giochi, famiglie, emozioni e corpi negli albi illustrati. Le variegate possibilità di lettura che le immagini consentono sono fondamentali per un’educazione senza pregiudizi. Imparare a guardare ci consente di costruire gli strumenti per vede-re la realtà in modo nuovo, senza stereotipi, generalizzazioni e categorizzazioni arbitrarie che ri-guardano ogni aspetto della vita delle persone e rinforzano regole che la società utilizza per darsi un ordine. Per vivere “correttamente” dentro al sistema di norme dominanti ci vengono fornite alcune indicazioni: se le nostre azioni sono ben inquadrate in esso, se le nostre reazioni e il nostro sentire rispecchiano ciò che da noi ci si aspetta, ci inseriamo perfettamente nell’idea, astratta quanto ef-fimera, di normalità.
Con Leggere senza stereotipi proponiamo un catalogo soggettivo e non definitivo di libri che ac-compagnano bambine e bambini nella costruzione della propria identità e del proprio immaginario e che danno una risposta costruttiva e radicale a proposte (giochi, film, libri) ancora etero-sessiste e conformiste facendo in modo che tutte e tutti abbiano voce, valorizzando le differenze, presentando diverse esigenze e modi di pensare.

 

Decostruire e contrastare gli stereotipi sin dalla primissima infanzia.
Attraverso i libri illustrati le bambine e i bambini crescono, si riconoscono, trovano corrispondenze con la propria quotidianità. Un’attenzione all’educazione al genere a partire dalla primissima infanzia permette a bambine e bambini di costruire un proprio sistema di codici per rispondere alla pressione della società. Pressioni che creano disagio e frustrazione e la sensazione di non rispondere alle aspettative delle persone adulte o del gruppo delle e dei pari. Per evitare di innescare questi mec-canismi è necessario sin dall’inizio mettere in atto buone pratiche che muovano modelli di relazioni paritarie, basate su rispetto e consenso, non sessiste e non discriminanti.
Per questo continuiamo a insistere sul legame che le rappresentazioni del mondo (libri, film, giochi, pubblicità) hanno con la violenza di genere in tutte le sue intollerabili espressioni, ma anche con la possibilità di fornire strumenti efficaci per contrastarla.

 

Un caso di studio: l’esperienza di formazione con le operatrici e gli operatori di Save The Children.
Educare alle differenze significa aprirsi alla complessità della realtà, delle situazioni che viviamo, delle narrazioni che riportiamo, implica interrogare gli stereotipi che la società propone e dotarsi di strumenti che servano a decostruirli.
Anche in occasione della formazione nei Punti Luce di Roma e Bari, abbiamo scelto di dare spazio agli albi illustrati perché si tratta di detonatori di meccanismi importanti nel momento in cui alle per-sone adulte si chiede di mettersi in gioco e lavorare con questi libri da piccoli che, attraverso le figu-re, ci narrano storie, fanno emergere il nostro immaginario e contribuiscono a costruire la nostra identità.
Serve, infatti, un esercizio molto approfondito e accurato per imparare a guardare e a leggere quale rappresentazione della realtà e dell’infanzia diano gli albi, attraverso le illustrazioni che contengono. E un’attenzione ancora più rigorosa è richiesta per individuare all’interno di queste rappresentazioni stereotipi, pregiudizi, modelli censori e discriminanti.
Poter mettere in atto le riflessioni teoriche in un’attività di laboratorio, ha permesso alle operatrici e agli operatori di sperimentare le proprie competenze su tematiche come le differenze, il genere, le discriminazioni, con la possibilità di replicare le attività con il gruppo delle bambine e dei bambini per realizzare progetti articolati e duraturi. Nelle restituzioni lo scambio di prassi e di esperienze ha per-messo di valutare collettivamente limiti e punti di forza dei diversi percorsi e delle scelte intraprese, di discutere strategie di coinvolgimento di altri attori all’interno della comunità educativa, per esem-pio le famiglie e di realizzare un’esperienza di auto-formazione attraverso la molteplicità di punti di vista.