Il dizionario Treccani definisce il termine cultura come “l’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo”.
È dunque evidente che definire il concetto di cultura è abbastanza difficile perché abbraccia una molteplicità di aspetti. Cultura è storia, civiltà, letteratura, arte, musica, cinema, fotografia. Cultura è consapevolezza di sé e del proprio mondo. Cultura è anche l’insieme dei valori, simboli, concezioni, credenze, modelli di comportamento che caratterizzano il modo di vita di un gruppo sociale.
Indubbiamente, la possibilità di accedere ad esperienze culturali è strettamente correlata al fattore economico, elemento disincentivante per molte famiglie: per tale ragione è fondamentale permettere che tutti possano esserne fruitori e limitare il rischio di emarginazione sociale. Approfondiamo l’argomento con Francesca Marzo, educatrice dello Spazio Mamme di Save the Children di Bari, per l’associazione Mama Happy.
Al giorno d’oggi dunque fare cultura è anche abbattere questo muro attraverso azioni di inclusione sociale che hanno lo scopo importantissimo di eliminare le diseguaglianze sociali, cercando di migliorare le condizioni di vita delle persone e delle famiglie e accrescendo i livelli di coesione e collaborazione tra le persone e tra i servizi.
Uno degli obiettivi dello Spazio Mamme è proprio quello di offrire esperienze culturalmente significative e accessibili a tutte le famiglie: si spazia dalle uscite didattiche a corsi e laboratori che hanno lo scopo di creare comunità e quindi unire le persone, attraverso un senso di appartenenza ad uno stesso gruppo. Tutte le attività che vengono proposte all’interno dello Spazio Mamme sono gratuite e aperte a qualsiasi tipo di utenza, a prescindere dalla condizione socio-economica: questo fa sì che si crei un gruppo eterogeneo sia per estrazione sociale che culturale, permettendo uno scambio di vissuti ed esperienze, molto ricco e intenso in termini di scambio culturale e di inclusione. È importante proporre attività che valorizzino le attitudini di ogni bambino e bambina e delle rispettive famiglie, in maniera tale che non si sentano culturalmente esclusi, ma protagonisti di un gruppo, nel quale ciascuno contribuisce a modo proprio.
L’affido culturale: uno strumento per rendere la cultura accessibile a tutti
A tale proposito, da qualche anno a questa parte, lo Spazio Mamme di Bari aderisce al progetto “Affido Culturale” promosso dal Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile, e di cui l’A.P.S Mama Happy (partner implementatore dello Spazio Mamme di Bari), è partner. Affido Culturale propone di mobilitare, contro la povertà educativa, delle “famiglie risorsa”, valorizzando l’esperienza dell’affido familiare, ma declinandola sullo specifico della fruizione di prodotti e servizi culturali.
L’idea di fondo è molto semplice. Un genitore, che abitualmente porta i suoi figli al cinema, a teatro, al museo o in libreria, ci porta anche un bambino – eventualmente con un membro della famiglia di quest’ultimo – che altrimenti non entrerebbe in questi luoghi. Il progetto Affido culturale alimenta i Patti Educativi territoriali, affidando alle famiglie-risorsa una dotazione di “e-ducati”, una moneta virtuale solidale, con cui pagare i biglietti di accesso a luoghi della cultura convenzionati ad hoc: cinema, teatri, musei etc., i quali così si aggiungono fattivamente alla comunità educante. Le transazioni in e-ducati viaggiano su una app appositamente realizzata, che facilita il monitoraggio delle attività, oltre che il fundraising di progetto.
Diverse famiglie dello Spazio Mamme hanno aderito al progetto con entusiasmo, partecipandovi in maniera attiva e valutandolo come una validissima risorsa per tutti i partecipanti.
Oggigiorno, intraprendere la via della cultura come mezzo di inclusione sociale dovrebbe essere un atto di responsabilità civile del singolo a beneficio della comunità intera.
Per ulteriori approfondimenti sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza consulta il blog di Save the Children.