Dopo quasi due anni dal primo lockdown i genitori dello Spazio Mamme di Torre Maura a Roma ci raccontano la loro esperienza alle prese con la didattica a distanza tra benefici e limiti.
“Con il primo lockdown abbiamo apprezzato molto la capacità delle scuole di organizzare in tempi brevi una didattica a distanza che permettesse ai nostri figli di rimanere collegati con gli insegnanti e con i compagni… in un secondo moment, però, abbiamo notato che la qualità dell’istruzione che i nostri figli ricevevano non era adegua alla classe scolastica di appartenenza…”.
Katarina Ilic, coordinatrice dello Spazio Mamme – un progetto di Save the Children implementato dalla Coop. Sociale Antropos che accompagna i genitori durante le tappe più importanti della crescita dei propri figli e promuove l’inclusione dei bambini tra 0 e 6 anni che vivono una situazione di marginalità – ci riporta le valutazioni dei genitori emerse durante gli incontri di gruppo presso lo Spazio Mamme.
“…il supporto degli insegnanti è stato di fondamentale importanza nell’intero processo ma l’impressione è stata anche che non fossero pronti per questo passaggio…”.
I genitori dei bambini più piccoli hanno segnalato situazioni in cui i loro figli hanno dovuto cambiare piattaforma di apprendimento, rendendo significativamente più difficile il processo di adattamento al modello di didattica a distanza. Un modello che la maggior parte dei bambini (soprattutto i più piccoli) ha avuto difficoltà a comprendere e quindi ad apprendere durante l’intero processo.
E se è vero che la didattica a distanza, nonostante i suoi limiti, in molti casi è riuscita a spezzare il muro dell’isolamento domestico è vero anche che ha amplificato le disuguaglianze: difficoltà di accesso o indisponibilità di dispositivi adeguati per collegamenti lunghi (tablet, PC, etc…), inadeguatezza delle dimensioni abitative, difficoltà da parte dei genitori di seguire i figli nello studio e di stabilire con loro una relazione sana.
Le famiglie più fragili sono state anche le più svantaggiate: genitori di bambini con disabilità, genitori di bambini di origine emigrata e genitori in condizione di vulnerabilità socio-economica. Per tutti loro la didattica a distanza è stata un’esperienza difficoltosamente sostenibile che ne ha depotenziato gli effetti e l’efficacia.
Ma, nella eterogenia delle condizioni personali di ciascuna famiglia, la maggior parte dei genitori ha vissuto la complessità dell’organizzazione in casa in una convivenza forzata tra DAD e smart working. E se qualcuno è riuscito a fare affidamento sul sostegno di altri membri della famiglia per i bambini più piccoli, i più grandi se la sono dovuta cavare da soli.
Per chi fosse interessato ad acquisire maggiori informazioni sul tema della didattica a distanza o a confrontarsi con altre esperienze è possibile consultare il blog di Save the Children, uno spazio dedicato a famiglie e bambini ma non solo